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262 vestiti appesi

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Sabato 12 (ore 21) e domenica 13 aprile (ore 17:30), al teatro Ambasciatori di Catania, in scena spettacolo prodotto dall’associazione teatrale “Angelo Musco”

Sabato 12 (ore 21) e domenica 13 aprile (ore 17:30), al teatro Ambasciatori di Catania, andrà in scena lo spettacolo 262 vestiti appesi.

Debutta in Sicilia lo spettacolo “262 vestiti appesi”, ideato e diretto dal giovane attore e regista Alessandro Idonea, su testo di Maria Elisa Corsaro e recitato dallo stesso Idonea, dal cantautore Mario Incudine (nella tripla veste di attore, cantante e compositore delle musiche originali dell’opera), dall’attrice Giorgia Boscarino assieme all’attore-musicista Andrea Balsamo.

Lo spettacolo, prodotto dall’associazione teatrale “Angelo Musco” di Catania, gode del patrocino non oneroso della Presidenza della Camera dei deputati della Repubblica italiana. I costumi di scena sono di Antonio Zagame, le luci di Francesco Noè e i movimenti coreografici di Donatella Capraro. Il testo ha già riscosso grande successo di pubblico nella sua anteprima a Bruxelles, nel debutto al Bois du Cazier di Marcinelle, e nelle repliche al museo minerario Blegny-Mine di Liegi e alla sala Acli "I Carbonari" di Genk, nel Limburgo, dove è stato applaudito da figli e nipoti dei minatori protagonisti del racconto, profondamente commossi dalla messa in scena.

L’8 agosto del 1956 rimasero 262 vestiti appesi sulle grucce nel capannone esterno della miniera di Marcinelle, in Belgio. Erano di 262 minatori, 136 dei quali emigrati italiani, molti dei quali siciliani partiti in cerca di fortuna, inghiottiti con le loro tute annerite dall’incendio che divampò all’interno della cava di carbone del Bois du Cazier: nessuno di loro risalì in superficie a riprendere i propri abiti. La storia, portata sulla scena a quasi 58 anni dalla tragedia, prende vita attraverso il dialogo tra Ture (Idonea), il suo amico cantastorie (Incudine), costretto a emigrare in Belgio per sconfiggere la fame, e “la donna”, voce delle mogli degli emigrati che rimanevano ad aspettare i soldi necessari per affrontare il “viaggio della speranza”. A fare da colonna sonora, il brano “Escusè muà pur mon franzè”, la lettera di un sopravvissuto a Marcinelle rimasto muto dopo l’incendio, pubblicata nell’ultimo cd di Mario Incudine.

Lo spettacolo diretto da Idonea ripercorre i terribili momenti della catastrofe di Marcinelle, i sogni e i viaggi degli emigrati italiani che morirono nel terribile rogo della miniera belga e le ripercussioni che la tragedia ebbe sulla vita dei sopravvissuti e delle famiglie delle vittime. Il testo, recitato in italiano, siciliano e francese maccheronico (la lingua parlata dai minatori siciliani a Marcinelle), alterna il registro comico a quello drammatico e la recitazione alla musica.

Info: tel. 349.2971824

(12 aprile 2014)

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