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La vertigine del drago

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Dall'11 al 16 febbraio, al Teatro Musco di Catania, in scena spettacolo con la regia di Michele Riondino, per la rassegna "L'isola del teatro"

Da martedì 11 a domenica 16 febbraio, al Teatro Musco di Catania, va in scena lo spettacolo La vertigine del drago di Alessandra Mortelliti, per la rassegna "L'isola del teatro". 

Lo spettacolo vede alla prima regia Michele Riondino, per un testo, il secondo, scritto da Alessandra Mortelliti. Entrambi giovani, hanno scelto di affiancare i loro profili diversi ad una scrittura pregna di difficoltà, ma al contempo di forza, tipica di chi fa parte di una "minoranza", ha una disabilità, vive il disagio di una differenza culturale.

La Mortelliti, infatti, ha già avuto successo con "Famosa", testo che racconta il disagio sociale di un giovanissimo transessuale. Portato per i ruoli border line il primo, affezionata ai personaggi ai margini la seconda, Michele Riondino e Alessandra Mortelliti fanno di un incontro artistico, un progetto denso e intenso di drammaticità e nel contempo di fragile ironia, contrappuntato dai rimandi "pop" attraverso i quali la fresca regia di Riondino ha trasformato il testo in una messa in scena visionaria e molto fisica.

Francesco, naziskin alle prime armi, incontra Mariana, zingara zoppa ed epilettica. Uomo fisicamente e verbalmente violento il personaggio maschile, che sembra non lasciare spazio alla pietà e alla comprensione, donna apparentemente fragile, disadattata, sola, il personaggio femminile, insieme, nei loro tratti singolarmente goffi e a volte persino buffi, trovano velocemente spazio per un latente e insospettabile filo rosso, estratto dalle loro problematicità.

Durante un agguato ad un campo rom ad opera di un gruppo di neonazisti, Francesco rimane gravemente ferito e per riuscire a mettersi in salvo prende in ostaggio Mariana. Tra le quattro mura di un angusto e squallido garage, nell'attesa della telefonata dell'Ordine che dia indicazioni sul da farsi, i due sono costretti ad una convivenza forzata. Si apre così una finestra su un doppio livello di lettura: l'attualità di una criminalità tipica del nostro tempo, che fa da contrappunto ad una società oggi sempre più "meticcia"; l'incontro di due personalità per certi versi agli antipodi, ma vicini nelle criticità delle loro persone, estremamente sole, arrabbiate, tradite dalla vita. Due giovani infelici, senza prospettive, abbandonati dai loro stessi clan d'appartenenza, che riusciranno, a loro modo, a trovare una certa forma di rinascita e spazio per condividere le loro, seppur diverse, forme di ribellione.

(11 febbraio 2014)

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