Mercoledì 11 dicembre alle 18, nell'aula 67 del Monastero dei Benedettini, si terrà il primo incontro su
Immaginare il genere: maschile, femminile e oltre nella cultura contemporanea, il primo dei
GenderLab, sei laboratori interdisciplinari promossi dal dipartimento di Scienze umanistiche nell'ambito del progetto d'Ateneo sulla didattica di genere, al quale partecipano anche i dipartimenti di Scienze della Formazione e di Scienze politiche e sociali.
Il primo dei GenderLab si articolerà in tre moduli che saranno tenuti dai docenti Stefania Arcara e Anita Fabiani e da Davide De Rose (Associazione Zeronove).
Stefania Arcara: Immaginario di genere e gender-bending nella cultura rock e pop
A partire dagli Anni 60 la cultura rock e in parte quella pop hanno costituito un ambito di sovversione rispetto alla cultura dominante. Uno degli aspetti controculturali di alcuni generi musicali e dei movimenti giovanili ad essi collegati (hippie, punk, new-wave, gothic, mod, glam, heavy metal) è l’emergere di un immaginario androgino o non-normativo che scardina il rigido binarismo di genere e mette in questione le categorie identitarie su di esso fondate. Il modulo propone di analizzare criticamente le modalità di sessualizzazione delle icone rock/pop e di rintracciare varie pratiche di “gender-bending” nell’iconografia della cultura rock e pop dalla seconda metà del ventesimo secolo fino al nuovo millennio. Al di là degli aspetti strettamente musicali, si prenderanno in esame, con l’approccio degli Studi di Genere e degli Studi Culturali, alcuni esempi di artisti/e di vari periodi e di diversi generi musicali: per esempio Janis Joplin, Jimi Hendrix, David Bowie, Sex Pistols, The Cure, Madonna, Lady Gaga e altri suggeriti dagli/lle studenti nel corso del Laboratorio.
Davide De Rose (Associazione Zeronove): Bici da gonna: donne e ciclismo tra pratica e rappresentazione
Quando è nata la bicicletta? E quando le donne hanno cominciato a usarla? Come mai in alcuni Paesi del mondo (Arabia Saudita, Corea del Nord) è attualmente vietato alle donne andare in bicicletta? Il rapporto tra donne e bici è (stato) complesso, come e più che con altri mezzi di trasporto che costituiscono, sia a livello materiale sia simbolico, strumenti di indipendenza e autonomia. La libertà di movimento nello spazio, attraverso l’uso del corpo da parte delle donne, mette in questione la divisione tra sfera pubblica e sfera privata alla base della società patriarcale. In Occidente, agli albori della sua invenzione, abbondavano anatemi e prescrizioni sull’uso femminile della bicicletta: la progressiva appropriazione di questo mezzo da parte delle donne ne ha fatto anche uno degli elementi di liberazione dal ristretto e sorvegliato spazio domestico. Si percorrerà insieme questa storia per giungere “pedalando” fino ai giorni nostri. La bicicletta ha oggi un significato diverso: da mezzo di trasporto è diventata anche strumento di discipline sportive, mezzo di svago, vessillo di scelte sociali e ambientali e anche la relazione tra donna e bicicletta è cambiata… in che misura?
Anita Fabiani: Declin-azioni: fare genere in Spagna
Tra coloro che nella Spagna postfranchista hanno contribuito a mettere radicalmente in crisi tanto i binomi di genere, quanto gli stereotipi ad esso associati, vanno senz'altro ricordati Pedro Almodóvar e la ancora poco conosciuta (in Italia) filosofa Beatriz Preciado. Nel corso degli incontri verranno analizzati
Hable con ella (film del 2002 di Almodóvar) e
Manifiesto contra-sexual (opera del 2002 di Preciado), due testi culturali che, più di altri, confermano il superamento di "verità biologiche", funzionali alla conservazione del sistema eteronormante, a favore di una teoria del corpo performativo che è, di fatto, una "controdisciplina sessuale".
(11 dicembre 2013)