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Gli anni della peste

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Sabato 14 settembre alle 21, nella Corte Mariella Lo Giudice a Palazzo Platamone di Catania, incontro con il giornalista Fabrizio Gatti per "Librinscena"

Sabato 14 settembre alle 21, nella Corte Mariella Lo Giudice a Palazzo Platamone di Catania, il noto giornalista Fabrizio Gatti racconterà al pubblico catanese il suo Gli anni della peste (Rizzoli, 2013).

Un racconto scenico crudele e di rara pregnanza, che l'inviato dell'Espresso porterà a Catania grazie a "Librinscena", premiata rassegna del Teatro Stabile etneo dedicata alle più interessanti novità editoriali. Uno spietato affresco sui torbidi equilibri di potere nel Belpaese, dal business della droga fino allo scellerato accordo stato-mafia, scandagliando con l'impareggiabile qualità narrativa che lo contraddistingue, i pantani politici e le zone grigie del potere che hanno inesorabilmente gettato l'Italia nel baratro e nella vergogna.

Un viaggio terribile, quello di Gatti, che inseguendo la via dell'eroina nella città di Milano, lo conduce al centro dell'estate atroce delle stragi di Cosa nostra. In quel viaggio incontra Rocco, vent'anni, killer che rinuncia a uccidere e che finisce in carcere, dove decide di testimoniare al maxiprocesso contro la 'ndrangheta al Nord. In cambio lo Stato gli offre la tutela e la possibilità di ricostruirsi una vita, fino ad un mese prima dell'udienza, quando con un pretesto, gli toglie il programma di protezione. Rocco diventa così il primo pentito tradito dallo Stato. Il perché è nelle confidenze di un funzionario di polizia che, già poche ore dopo le bombe di Cosa nostra a Milano e a Roma, parla di una trattativa in corso tra apparati dello Stato e boss: dopo quell'estate atroce, l'Italia non è più la stessa. Rocco capisce così di essere una pedina sacrificata in nome della normalizzazione intorno a cui, da vent'anni ormai, convergono gli interessi di criminalità organizzata e apparati che si muovono trasversalmente nelle istituzioni.

Fabrizio Gatti, con la sua testimonianza in prima persona, ci fa scoprire la mafia della porta accanto. Quella che si nasconde nei quartieri, negli uffici pubblici. Quella che ci tocca tutti da vicino. Il peso di cui ci dobbiamo liberare, se vogliamo tornare a sperare.

(14 settembre 2013)

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