Mercoledì 17 marzo alle 10, sulla piattaforma Microsoft Teams (codice: 84JLYN9), si svolge una conversazione con la scrittrice Nadia Terranova sul suo libro "Non sono mai stata via - Vita in esilio di Maria Zambrano" (RueBallu), biografia romanzata della filosofa e saggista spagnola, impreziosita dalle illustrazioni di Pia Valentinis.
L'evento è organizzato dal corso di laurea magistrale in Storia e Culture dei Paesi mediterranei del Dipartimento di Scienze politiche e sociali, e rientra nell'ambito della rassegna "Storie magistrali".
Apre l'incontro Pinella Di Gregorio (presidente del Cdlm in Storia e Cultura dei Paesi mediterranei), interviene Stefania Mazzone (docente di Storia delle dottrine politiche, Dsps). Coordina Andrea Giuseppe Cerra (DSPS).
Per iscriversi e partecipare all'evento, inviare un'e-mail a andreagiuseppe.cerra@unict.it.
L'ingresso di una stazione. Non importa dove. A varcare la soglia, c'è una donna avvolta dal cappotto, con un libro sottobraccio e una sigaretta tra le dita. Sta per prendere un treno: direzione Vélez-Málaga.
Non poteva non iniziare che tra il rumore dei binari di una stazione, la vita a disegni della filosofa andalusa María Zambrano, donna che «indossò la sua vita» correndo tra i binari del mondo attraversati col pensiero.
Cinquant'anni in viaggio, da Parigi a New York, dall'Avana a Porto Rico, c'è sempre vita nello sguardo di un'esiliata sognante e l'autrice riesce a rievocarla nella metafora nell'albero, una pianta che ricompare in ogni luogo in cui María Zambrano si sente a casa: l'albero di limoni di casa Zambrano a Vélez- Málaga, il lillà di Madrid, il flamboyant rosso fuoco di Porto Rico, «forse patria è ovunque si diffonda il profumo delle foglie di un albero».
Cadono le foglie nel tempo di una carezza, come fa il ricordo di chi si ama quando ritorna alla mente: Marìa ama, si ammala di tubercolosi e perde le persone care nell'agonia di una guerra civile che la separa dal suo centro vitale, la Spagna.
Il treno è arrivato quasi a destinazione: stavolta c'è un luogo e una data: 20 novembre 1984, Vélaz- Magala, María ritorna nella sua patria dopo cinquant'anni di sradicamenti fisici e peregrinazioni intellettuali. Ad accoglierla è una rinascita fatta di riconoscimenti e risarcimenti per la distanza a cui è stata costretta: prima donna a ricevere il premio Cervantes, filosofa cui è dedicata una biblioteca, intellettuale studiata in tutto il mondo. Ecco la sua vita di invisibile trasformatasi in necessità di visibilità. Rinasce il pensiero, rinasce una nuova Marìa Zambrano nel racconto di Nadia Terranova, che torna alla filosofia dei suoi studi. Il risultato è una preziosa ricostruzione narrativa che corre sul treno di parole pesate. Si ritorna alla stazione. Sulla banchina c'è una sagoma che attende la prossima partenza. È il lettore, qualsiasi lettore, disposto a varcare la soglia della storia. A farsi esule come Marìa.
(17 marzo 2021)