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Divario di cittadinanza

Mercoledì 9 dicembre alle 16, online su MS Teams, presentazione del volume di Antonio Fraschilla e Luca Bianchi, nell'ambito dei seminari organizzati dal Dipartimento di Economia e Impresa per il mese di dicembre

Mercoledì 9 dicembre alle 16, sulla piattaforma Microsoft Teams, si svolge la presentazione online del volume "Divario di cittadinanza. Un viaggio nella nuova questione meridionale" (Rubbettino, 2020), di Luca Bianchi (direttore di Svimez - Associazione per lo Sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) e Antonio Fraschilla (giornalista presso "La Repubblica" e "L'Espresso").

L'incontro è il secondo appuntamento di un ciclo di seminari organizzati dal Dipartimento di Economia e Impresa per il mese di dicembre.

Apre il seminario Roberto Cellini (DEI), intervengono gli autori. Modera l'incontro Marco Romano (DEI).

Il libro

Il divario di cittadinanza tra Nord e Sud del Paese è cresciuto negli anni successivi alla crisi del 2008. Nel silenzio dei media e in assenza di una “voce” da parte delle classi dirigenti nazionali e locali, il tradizionale divario territoriale che ha caratterizzato la storia unitaria italiana ancora prima e ancor più che differenza negli indicatori economici, è disuguaglianza nelle condizioni di vita. 

I dati ci dicono che per la prima volta nella storia repubblicana si stanno riaprendo le distanze tra Nord e Sud negli indicatori sociali, a partire dell’istruzione e dalla sanità. Un processo che ci ha reso più deboli, in tutto il Paese, nel fronteggiare la pressione dell’epidemia da Covid-19 e che espone, soprattutto le regioni del Sud, a enormi rischi sociali di fronte al fortissimo impatto economico della crisi. 

Questo volume è un diario di viaggio condotto negli ultimi quattro anni per vedere la vita di questo pezzo del nostro Paese. Un lungo peregrinare che narra di cosa rimane del sogno industriale degli anni Cinquanta in città dimenticate come Gela e che racconta le storie dei primari campani che si vanno a curare al Nord con il cuore in gola ma convinti che solo lì possono avere maggiori speranze di guarigione; dei pendolari alle prese con treni lumaca; delle mamme calabresi e siciliane che non studiano e non lavorano perché devono badare ai loro bambini in città dove non esistono asili nido o servizi per l’infanzia; dei giovani che hanno chiesto il reddito di cittadinanza perché in fondo non possono ambire ad altra forma di sostentamento; delle mafie che dalla povertà e dai bisogni traggono manovalanza per incrementare il loro esercito e fare affari al Nord. 

Un racconto che smentisce la vulgata di un Sud inondato di risorse ma che al tempo stesso evidenzia i disastri della classe dirigente recente e passata. La Costituzione detta dei principi comuni di cittadinanza in materie come l’istruzione, l’accesso alle cure sanitarie, l’assistenza sociale, le pari opportunità, la possibilità di fare impresa. Principi che oggi non sono rispettati in maniera omogenea nel Paese.

(09 dicembre 2020)

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