Giovedì 9 e venerdì 10 gennaio, al Coro di notte del Monastero dei Benedettini, il Dipartimento di Scienze umanistiche dell'Università di Catania ospita il convegno dal titolo "Cittadinanze teatrali - Per una mappatura di spazi e esperienze di teatro sociale in Sicilia", organizzato nell'ambito delle attività del progetto Prometeo TeaM (Teatro e Memoria), che vede coinvolti i docenti Simona Scattina (Discipline dello Spettacolo), Vittorio Fiore (Scenografia e tecnologie per la produzione teatrale) e Anna Mignosa (Gestione delle aziende culturali, Disum).
L'iniziativa fa parte della "Biennale di Teatro Sociale" organizzata da Officina SocialMeccanica, secondo appuntamento della manifestazione dedicata al "teatro sociale" e avviata a dicembre con un ricco programma di workshop e performance.
I lavori del convegno prenderanno il via giovedì 9 gennaio alle 15:30 con l'introduzione sul tema "Alla ricerca della comunità perduta"; seguiranno le sessioni "Mappare il teatro sociale" e "Città e teatro sociale". L'indomani, venerdì 10 gennaio alle 9, sarà affrontato il tema "La questione estetica nelle pratiche di teatro sociale", con le sessioni dedicate a "Performance e territorio" e "Didattica e Teatro Sociale".
Tra gli ospiti del convegno, Claudio Bernardi (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), Giulia Innocenti Malini (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), Luisa Sannella (Officina SocialMeccanica, Catania), Pierluigi Salvadeo (Politecnico di Milano), Edoardo M. (Teatro Coppola, Catania), Fabrizio Fiaschini (Università di Pavia), Roberta Gandolfi (Università di Parma), Mariagiovanna Italia (Officina SocialMeccanica, Catania), Marina Spreafico (Scuola Teatro Arsenale, Milano), Rita Maria Fabris (Università di Torino).
In programma proiezioni video e la performance finale "Specula speculorum", a cura di Officina SocialMeccanica.
Il teatro sociale nasce negli anni Novanta dall’evoluzione di differenti movimenti e ideologie teatrali, sperimentazioni e idee, che hanno fatto sconfinare il teatro al di fuori dei canoni accademici, in direzione della società e dei suoi bisogni. La teoria del Teatro Sociale attinge sia alla storia del teatro sia ai Performance Studies, e la sua pratica prende ispirazione e acquisisce le metodologie dal Nuovo Teatro, dall’Animazione Teatrale e dalla Teatroterapia, ma al contempo se ne allontana. Il Teatro Sociale, attraverso un processo maieutico e polisemico, è difatti finalizzato alle possibilità espressive per tutti e non al professionismo. In quest’ottica, il teatro non è prerogativa di alcuni, i più inclini o i più dotati, ma è un’attività che può coinvolgere chiunque.
(09 gennaio 2020)