Venerdì 1 febbraio alle 10:30, al Coro di notte del Monastero dei Benedettini, si svolge la conferenza dal titolo "La paleopatologia: un'autopsia multidisciplinare della storia".
Dopo i saluti istituzionali il prorettore, Giancarlo Magnano San Lio, introdurrà l'argomento e le dissertazioni sul tema a cura di Francesco Maria Galassi, paleopatologo alla Flinders University di Adelaide (Australia) e Elena Varotto, antropologa forense al Centro di Archeologia Cretese (Unict) che, con l'ausilio di un gruppo di ricerca multidisciplinare, hanno descritto, per la prima volta in paleopatologia, un osteoma osteoide (diverso dall’osteoma “classico”) del seno frontale. Ovvero un tumore benigno delle ossa del cranio, mai rilevato in antichità e raro anche nella casistica moderna.
Partendo da basi morfologico-anatomiche ed avvalendosi nel corso degli anni di tecnologie e metodiche sempre più raffinate, dall’analisi paleo-radiologica e paleo-istologica alle recentissime tecniche paleo genetiche, la paleopatologia ha riscritto e arricchito la nostra conoscenza sul passato delle malattie. Una sua recente branca, la paleopatografia, permette, inoltre, di ricavare con approccio clinico-filologico importanti informazioni sulla paleosemetiotica, ossia sugli antichi sintomi e segni delle patologie combinando i dati biologici ricavati dallo studio di resti scheletrici e di mummie con le biografie storiche e le fonti artistiche ed archivistiche. Il focus della conferenza sarà concentrato sull'importanza della paleopatologia quale branca di studio con particolare attenzione alla sua natura multi- ed interdisciplinare e al modo corretto di combinare differenti linee di evidenza, metodologie e fonti.
Dopo preliminari considerazioni teoriche volte ad inquadrare la disciplina evidenziandone i punti di contatto e di differenza con le altre discipline (storia, archeologia, antropologia classica, anatomia umana normale e patologica, ecc.), verrà illustrata una serie di casi quali esempi di indagine retrospettiva sulle malattie antiche, rapportando in ultima analisi i dati ricavati alle moderne conoscenze archeologiche e mediche.
Tra i casi di studio: la storia della gotta con particolare attenzione al caso del duca Federico da Montefeltro; le malattie cardiovascolari studiate attraverso l’analisi multidisciplinare delle mummie, tra cui quella del sacerdote riminese del XVIII secolo don Giovanni Arcangeli, unico caso di ictus documentato in paleopatologia; i tumori nel mondo antico con particolare riguardo per le nuovissime scoperte bioarcheologiche siciliane, tra le quali il primo caso documentato di osteoma osteoide del seno frontale, patologia ritenuta sino a poco fa non esistente in antico; una patologia congenita quale l’idrocefalia; le patologie nell'arte e nelle fonti letterarie, presentando l’analisi nosografica di personaggi del passato quali Giovanni Boccaccio, l’imperatore romano Traiano, e il cold case rinascimentale delle spoglie di Novello Malatesta signore di Cesena.
(01 febbraio 2019)