Dal 3 al 28 marzo, alla Galleria KōArt Unconventional Place di Catania, sarà presentata la mostra Bla(n/c)k, ideata da Giuseppe Mendolia Calella, a
cura di Valentina Lucia Barbagallo.
‘Bla(n/c)k' - sincrasi tra virgolette e
parentesi tonde dei lemmi ‘blank' e ‘black' - gioca con le parole e
l’ortografia per svelare vari livelli semantici
legati all’idea dello spazio espositivo e dell’opera d’arte, che il
progetto di Giuseppe Mendolia Calella intende rivelare al pubblico,
rendendolo parte integrante e attiva della mostra.
Vuoto e pieno, bianco e nero, sono
coppie dicotomiche che l’artista crea e sovrappone con l’intento di far
cadere l’attenzione del pubblico sul nero dei disegni a carboncino,
inchiostro e acrilico che ricoprono le pareti della galleria, un tempo,
vuote, bianche.
Che colore ha, dunque, il vuoto? È
bianco, come le pareti spoglie della galleria o è nero, come i
disegni/frammenti d’inconscio di Mendolia Calella?
Poco importa che colore abbia il vuoto e cosa voglia dire effettivamente bla(n/c)k! La radice latina *vo(c)ĭtus, participio passato di *vocēre, variante di *vacēre, vuol dire vacare ‘esser libero', ci ricorda che il vuoto è, per sua stessa natura, sinonimo di libertà, ed è proprio dal gesto libero, suo e altrui, che è partito l’artista per ideare questo progetto d’arte relazionale.
Mendolia Calella, dapprima, ricopre le pareti bianche della galleria con pezzi unici e numerati, in altre parole, con disegni di uguale formato (A4) e dello stesso colore. Compie questo gesto da solo, in silenzio. Registra idealmente il suo monologo con lo spazio, monologo che il pubblico apprenderà solo durante l’inaugurazione, momento in cui, su invito dell’artista, ciascuno potrà scegliere e portare con sé i disegni che desidera, ridisegnando a sua volta lo spazio.
(03 marzo 2018)