Giovedì 13 aprile alle 16, nell'aula A1 del polo didattico "Gravina" (via Gravina 12, Catania), al dipartimento di Scienze politiche e sociali, si terrà il quarto incontro del laboratorio "Migrazioni, diritti e confini - Strategie europee e dimensioni locali", uno dei percorsi di approfondimento inseriti nell'ampio programma dei laboratori didattici d'Ateneo "Territorio, migrazioni, ambiente e mafie".
A tenere il seminario dal titolo "Immigrazione e criminalità: dati, teorie e analisi" sarà Valeria Ferraris, docente di Sociologia all'Università di Torino.
Secondo le statistiche del Ministero della Giustizia, al 30 settembre 2016, in Italia su una popolazione detenuta complessiva di 55 mila presenze quasi 19 mila erano stranieri, pari cioè al 33% del totale. Le presenze più significative sono nell’ordine quelle del Marocco (17,4%), della Romania (14,9%), dell’Albania (13,1%), della Tunisia (11%). Un terzo dei detenuti è quindi di origine straniera, con una forte incidenza di extracomunitari e di rumeni. Dati che richiedono una profonda riflessione sul rapporto tra immigrazione e criminalità, anche alla luce delle idee populiste e delle politiche anti-immigratorie che stanno prendendo sempre più piede in Europa.
Nel corso dell’incontro la prof.ssa Ferraris cercherà di chiarire se esiste o meno un rapporto di causa-effetto tra immigrazione e criminalità. Tenendo presente che il sistema di rilevazione dati sulla delittuosità è stato innovato dal 2004 dal Ministero dell’Interno, la sociologa si soffermerà in particolare sulle cinque statistiche oggi utilizzate in Italia per analizzare il fenomeno: quelle penitenziarie (che si riferiscono alle persone sottoposte a misure detentive), quelle sugli imputati già condannati, quelle processuali penali (riguardanti l’attività dei tribunali penali), quelle della delittuosità (riguardanti i reati denunciati all’autorità giudiziaria a seguito di indagini delle forze dell’ordine o di denunce presentate alle stesse dai cittadini) e quelle sulla criminalità (che trattano i reati per i quali l’autorità giudiziaria ha iniziato l’azione penale).
IL LABORATORIO. Il laboratorio - coordinato dalle docenti Teresa Consoli (dipartimento di Scienze politiche e sociali) e Adriana Di Stefano (dipartimento di Giurisprudenza) - propone una lettura interdisciplinare del fenomeno delle “migrazioni forzate” alla luce delle emergenze sollevate dalla gestione dei flussi transfrontalieri in Europa e delle sfide poste dal governo locale dei modelli di protezione internazionale e di accoglienza proposti dal diritto internazionale ed europeo. Gli incontri intendono alimentare una riflessione critica sugli standard di applicazione del diritto dei rifugiati e sulla tutela dei migranti forzati in Europa nella prospettiva della valorizzazione dei diritti fondamentali dei soggetti in fuga da guerre o persecuzioni nel contesto specifico dei territori di frontiera e delle relative politiche di accoglienza e integrazione dei migranti.
(13 aprile 2017)