Giovedì 10 novembre alle 16, nell'aula "21 marzo" di Palazzo Pedagaggi (dipartimento di Scienze politiche e sociali, via Vittorio Emanuele II 49, Catania), si presenta il volume monografico della rivista "Storia Urbana" dedicato a "Epidemie, sanità e controllo dei confini".
La recente uscita del numero 147 della rivista, curato da Daniele Palermo, rappresenta il culmine di un lavoro biennale che ha impegnato un gruppo di studiosi che ha operato all’interno del FIRB 2012 “Frontiere marittime nel Mediterraneo: quale permeabilità? Scambi, controllo, respingimenti (XVI-XXI sec.)”, coordinato da Valentina Favarò.
Fondamentale per l’indirizzo del lavoro dei singoli è stata la constatazione che, fino all’inizio dell’età contemporanea, le istituzioni degli stati italiani competenti in materia sanitaria si occuparono ben poco di prevenzione e di profilassi, e solo nei momenti di emergenza, e si dedicarono invece molto a controllare confini e frontiere da pericoli, reali o immaginari, tali da sovvertire pesantemente l’ordine sociale.
La tutela della frontiera era problema di massima importanza, soprattutto per quegli Stati che avessero sbocco al mare o la cui frontiera fosse addirittura totalmente acquatica: il Mediterraneo, ancora per tutto il Settecento, era area a rischio di contagio, soprattutto per le molteplici relazioni con l’Impero Ottomano. Dall’attività di questo tipo di istituzioni emerge la visione del confine e dell’ “altro” più diffusa durante l’età moderna e in particolare l’individuazione degli stranieri, dei poveri, degli ebrei, degli emarginati come pericolosi vettori del contagio.
(10 novembre 2016)