Martedì 21 giugno, nel Cortile del Monastero dei Benedettini, si parte con "Sciuscia Fest - il vento che tira in Sicilia", la festa della musica che apre il calendario di eventi d'ateneo "Porte aperte 2016", organizzata da Mercati Generali e Associazione Musicale Etnea, in collaborazione con l'associazione Catania Lab.
La manifestazione vedrà sul palco ben dieci artisti rappresentativi di una miscela ben difficile da etichettare, tanto essa mescola influenze che vanno dal folk e dalla canzone d'autore al rock più spinto e che hanno forse un solo comune denominatore: la voglia di rifarsi alla tradizione innovando.
Martedì 21 giugno ad aprire Sciùscia Fest (ingresso libero) saranno Alì, Alessio Bondì e Fabio Abate.
Catania chiama Palermo quindi, ospitando per la prima volta in città Alessio Bondì, cantautore classe ’88, rivelazione con "Sfardo", segnalato tra i migliori dischi "indie" di quest'anno. Nel suo mondo musicale vivono atmosfere d’infanzia, profonde e dolci, poetiche e surreali, dipinte da un blues primordiale e da un folk intimo. Canta in siciliano, ma pensa in americano: qualcuno l’ha definito una via di mezzo tra Rosa Balistreri e Jeff Buckley. Prima di lui salirà sul palco "Alì", classe 1978, nato a Catania e cresciuto a Siracusa, che si è fatto notare col primo CD, "La rivoluzione nel monolocale", parlando della generazione per eccellenza precaria. Il suo secondo disco “Facciamo niente insieme” è venuto fuori l'anno scorso con il prezioso supporto tecnico di Toni Carbone. Accanto ad Alì, a fare gli onori di casa, ci sarà pure Fabio Abate, scoperto - si sa - dalla Cantantessa (Carmen Consoli). Artista eclettico che vanta collaborazioni con Alfio Antico, Rita Botto, Roberto Zappalà, I Lautari, oltre alle svariate esibizioni all'Edicolafiore di Fiorello. Dopo il suo disco di debutto, "Itinerario precario" del 2010, una nomination ai David di Donatello (grazie al pezzo "Senza farsi male", composto per la colonna sonora del film "L’uomo che ama" di Maria Sole Tognazzi), ha scritto anche le musiche del film di Alessandro di Robilant “Mauro c’ha da fare”. Nel 2015 ha avviato la sua collaborazione con Carlotta Proietti (che canta con lui nel brano “Come ti vorrei”) e da pochissimi giorni è uscito il suo nuovo singolo "Mavafanculu" lanciato con un divertentissimo video a cui partecipa ancora la Proietti.
Mercoledì 22 sarà il turno della band tutta catanese IPercussonici che farà da apripista a un ospite fuori dal comune: Sainkho Namtchylak; una voce che si trasforma con semplicità da soprano cristallino a baritono sontuoso, nata in un villaggio della repubblica ex sovietica di Tuva, nella Siberia meridionale vicino al confine con la Mongolia, e giunta a celebrità internazionale con un album di canzoni dal titolo "Out of Tuva". Il suo ultimo e già premiatissimo disco “Like a bird or spirit, not a face” è la realizzazione del grande desiderio di Sainkho di incontrare e lavorare con musicisti nordafricani. La formazione che l’accompagna dimostra la sua volontà di muoversi liberamente tra le culture e gli stili: chitarre, strumenti auto-costruiti, percussioni africane, sampling e loops.
Dalle 20:30 maxischermo per gli Europei calcio. L'ingresso è libero.
Giovedì 23 e venerdì 24 giugno ci saranno due concerti con sottoscrizione a favore dei Briganti Rugby di Librino (campagna "I Briganti si meritano un prato"): giovedì i Lautari con Rita Botto, e venerdì Cesare Basile.
La serata forse più imbevuta di tradizione sarà quella che mette insieme I Lautari e Rita Botto (giovedì 23). Da un lato la band coinvolta da oltre vent'anni in un progetto di ricerca e rielaborazione di canti siciliani che ha portato alla composizione di canzoni inedite fino alla produzione di “C’era cu c’era”, candidato alle targhe Tenco. Dall'altro Rita Botto, duttilissima interprete del repertorio di Rosa Balistreri, che anche lei, come Rosa, è un classico esempio di chi, almeno agli inizi, non fu profeta in patria. Non per caso Rita Botto è emersa in quel di Bologna (dove continua a insegnare), passando dal repertorio della musica leggera italiana a quella brasiliana e poi ai registri afroamericani del blues e del jazz.
La quarta e ultima serata (venerdì 24) vedrà sul palco Cesare Basile con Simona Norato e Massimo Ferrarotto. A quasi due anni di distanza dal precedente album, Basile è tornato con una nuova potente raccolta di storie e canzoni, "Tu prenditi l'amore che vuoi e non chiederlo più" con la quale ha vinto la prestigiosa "Targa Tenco". Eccolo che torna a pescare in quel mare oscuro e crudele fatto di storie marginali, di uomini vinti ma vivi, di perdenti senza appartenenza, dove arte e impegno si mischiano tra loro scolpendo la poetica drammaticamente nuda e cruda di un musicista che prosegue il proprio viaggio sostenuto da una lucidità visionaria che non ha uguali.
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(21 giugno 2016)