Dal 30 aprile al 17 maggio, al Teatro Verga di Catania, andrà in scena Foemina ridens di Giuseppe Fava, per la regia Giovanni Anfuso. E' una produzione Teatro Stabile di Catania.
Per il secondo anno consecutivo il Teatro Stabile di Catania, rende omaggio all'illustre giornalista amante delle belle lettere, portando l'acuta analisi del confronto uomo-donna, che innerva appunto "Foemina ridens". L'allestimento vede una coppia di interpreti d'eccezione, come Guia Jelo e Filippo Brazzaventre, nei panni dei due bizzarri protagonisti, Pupa e Orlando.
Il teatro di Fava, figura di spicco della vita culturale del panorama nazionale,torna così a vivere in quella che ne è stata la culla, appunto lo Stabile etneo, che ha tenuto a battesimo quasi tutti i suoi lavori drammaturgici. Da "Cronaca di un uomo" a "Ultima violenza", Fava e lo Stabile: un appuntamento costante, necessario.
Anche in quella sera fatale. Era il 5 gennaio del 1984 quando il giornalista, nemico giurato della mafia, venne ucciso da Cosa Nostra proprio a pochi passi dalla sala Verga, sulla via che da allora porta il suo nome. Pippo era venuto a prendere la nipote impegnata in una rappresentazione: giusto il tempo di scendere dall'auto e i proiettili mortali stroncarono la vita del carismatico cronista, fondatore e direttore della testata "I siciliani".
Quello che univa Fava allo Stabile era un legame viscerale, un sodalizio stretto con lo storico direttore Mario Giusti che rese possibile la produzione delle più importanti pièce del fecondo narratore, drammaturgo, intellettuale a tutto tondo dal militante impegno civile. Secondo Giusti «il teatro di Pippo è un lungo ininterrotto discorso sull'uomo, anzi sulla dignità dell'uomo e in "Foemina Ridens" ad essere indagata è la dignità nel rapporto tra uomo e donna».
"Foemina ridens", scritta nel 1980, mette in scena la sensibilità del suo autore, un uomo dal carattere forte: non solo attento osservatore delle dinamiche sociali in cui gli individui si muovono, ma anche profondo conoscitore dei vicoli e degli anfratti in cui si insinuano i sentimenti più veri degli esseri umani.
(30 aprile 2015)