Dal 19 febbraio al 1 marzo, al Teatro del Canovaccio di Catania, andrà in scena lo spettacolo In Petra, trasfigurazione scenica de L’Imprudenza o Lu Mastru Staci, di Domenico Tempio.
La drammaturgia di scena e regia sono di Nino Romeo. E' una Produzione CTS Centro Teatrale Siciliano in collaborazione con Teatro del Canovaccio.
Il nucleo centrale di questo spettacolo è costituito dal poemetto di Domenico Tempio L’imprudenza o lu Mastru Staci che narra dell’enorme membro del materassaio Mastru Staci di cui si invaghisce Donna Petronilla per il racconto che a lei ne fa l’imprudente marito Don Codicillu, notaio.
Pur mantenendo la prorompente vis comica e narrativa, oltre che il portato ritmico e immaginifico della versificazione - senza trascurare, peraltro, la carica morale di Tempio che si esprime attraverso l’ironia feroce e il gusto per il grottesco- lo spettacolo rivive il poema come una partitura della memoria: memoria mai univoca ma cangiante, a volte in contraddizione con se stessa: memoria letteraria o frutto di esperienze; traslata attraverso i racconti diretti; memoria che si confronta con l’attuale o che si autorappresenta; frenetica o indolente, vagheggiante o irritata; memoria di immagini e di suoni che il tempo ha costruito e sedimentato; memoria della
memoria.
E se il luogo della consistenza di questa memoria plurivoca è Catania, l’allocazione d’obbligo è la parte barocca della città; un barocco tipico, settecentesco per necessità, confinante più col secolo dei lumi che con quello precedente - e di questa tensione verso istanze progressive e rivoluzionarie Domenico Tempio è testimone e cantore-.
Così, nello spettacolo, trovano spazio alcuni segni di questa memoria, rivissuti in termini di contemporaneità: il racconto è scandito da giovani musicisti che battono, in accordo o in opposizione ritmica, su bàsole di pietra lavica, screziato e contrappuntato anche da vanniate (le voci di richiamo dei venditori ambulanti) rese da un coro. I suoni concreti orchestrati da Franco Lazzaro, frammisti a schegge musicali di sua composizione, rendono concrete le figure del coro vanniante e degli scalpellini/musicisti, che Nino Romeo fa muovere come ambulanti della memoria nella scena concepita da Gabriele Pizzuto, astrazione di una corte barocca.
Nino Romeo ritorna per la quarta volta, con questa rinnovata composizione, al poemetto tempiano, messo in scena già nel 1983, intendendo dare avvio, insieme a Graziana Maniscalco, ad un Itinerario Tempio: un percorso artistico sull’opera e sulla figura di Domenico Tempio che sia anche momento divulgativo di uno degli autori più originali ed innovativi del Settecento italiano.
Info: tel. 095 5873407 - 347 3124498
(18 febbraio 2015)