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Del corpo... dell'anima

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Sabato 17 maggio alle 19, alla Galleria d'Arte Artesia, inaugurazione del progetto espositivo dello scultore Antonino Triolo e della pittrice Elisa Anfuso

Elisa Anfuso, "Frammento 38"

Sabato 17 maggio alle 19 alla Galleria d'Arte Artesia (corso delle Province, 32 a/b) si inaugura Del corpo... dell'anima, un nuovo  progetto espositivo dello scultore Antonino Triolo e della pittrice Elisa Anfuso. Seguirà una degustazione di vini della Cantina Tasca d'Almerita. La mostra, a ingresso libero, è visitabile fino al 31 maggio.

Si tratta di due mostre personali, nelle quali lo scultore Antonino Triolo e la pittrice Elisa Anfuso, nel confronto tra due mezzi espressivi, intraprendono un percorso sulle dinamiche passionali che abitano le membra, che le rendono vive e che fanno di questo nostro abitato fisico una spugna in grado di assorbire forti pulsioni, come l'amore, la sofferenza, la gioia e il dolore. Le figure si ergono come antiche reliquie di culture del passato in cui la memoria dell'uomo si fonde con i segni della nostra contemporaneità.

"Elisa Anfuso dipinge l'uomo con il sentimento di chi cerca nell'equilibrio formale l'espressione originaria della bellezza. Nei suoi intenti c'è l'indagine sulle creature umane di ogni tempo, fanciulle in fiore e giovinetti colti nel momento vibrante del loro germoglio. Le teneri carni, d'alabastro e di luce, si offrono alla visione nell'abbraccio della vita. L'atteggiamento è pudico e sensuale allo stesso tempo. Ciò si evince in particolare dalle mani che coprono i seni e le guance, poi si insinuano tra i capelli quasi a cercarne la morbidezza, quindi sfiorano i corpi torniti come per sentire il palpito dell'esistenza. Il disegno, dinamico e avvolgente, costruisce i volumi e poi li pettina con una tessitura graffiante che si fa vaporosa dove le carni come cera luminosa si offrono al giorno, diventa invece argillosa, terrosa, nelle parti più incavate dove la luce lascia il passo alle ombre modellate. Nelle ultime opere Elisa Anfuso compie un esercizio di perfezione e rigore che la conduce nell'ambito della pittura colta dove la bellezza espressiva si accompagna al valore tecnico". ("Elisa Anfuso. Il germoglio della vita", Paolo Giansiracusa)


"Le opere di Antonino Triolo sono frame di un passato che è diventato altro. Hanno un sapore primordiale perché originate dal caos della natura. Profumano di mare e vivono tra cielo e terra. Sono reperti contemporanei di una civiltà antica che ri-nasce attraverso lignee figure che parlano di tempo, sangue e sudore. Sono memorie di legno che racchiudono il senso della storia, di un qualcosa che fu, che si è perso e poi ritrovato. E se gli uomini sono la vera materia del tempo, Triolo gli dà forma e contenuto attraverso il legno, modellandolo con un'eleganza e sobrietà proprie della tradizione classica. All'artista di Salemi non interessa, tuttavia, imitare o copiare la natura, né fuggire da pulsioni o sentimenti. Tutte le sue opere, da "Uomo ritrovato" a "Icaro" a "La fanciulla", dimostrano che il poetico ritrovamento viene plasmato per preservare e non per annullare le arcaiche origini. La conservazione delle radici, dell'antecedente, diviene dunque punto di partenza e opportunità per raccontare un'altra storia, una nuova dimensione temporale, e il legno, materiale povero e oggetto tangibile, elevato a materia aulica e allegorica, viene contestualmente nobilitato". ("Antonino Triolo. Memorie di legno", Vanessa Viscogliosi)

La mostra è visitabile tutti i giorni ai seguenti orari: tutti i giorni 10-13/17-20. Per info: tel: 338.8913549 | 339.5626111sito web: www.tribearl.it  e-mail: ufficiostampa@tribearl.it

(17 maggio 2008)

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