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Così è se vi pare

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La nuova produzione del Teatro Stabile di Catania è in scena al Verga dal 9 al 29 aprile. Regia di Guglielmo Ferro, interpreti principali Ida Carrara, Pino Micol, Mariella Lo Giudice

Ida Carrara

Una versione noir di Così è se vi pare è la novità che il Teatro Stabile di Catania mette in scena dal 9 al 29 aprile alla Sala Verga. Una lettura che affonda nel mistery della fantascienza degli anni Trenta del Secolo breve. Questa la lettura che Guglielmo Ferro, regista tra i più interessanti della realtà teatrale più incline alla ricerca e alla sperimentazione, propone scandagliando inesauribili significati reconditi di uno dei più complessi ed enigmatici capolavori del Girgentano.
Torna qui il tema, molto caro a Pirandello, dell’inconoscibilità del reale, di cui ognuno può dare una propria interpretazione, mai coincidente con l’altrui, generando così un relativismo delle forme, delle convenzioni, dell'esteriorità, che deriva proprio dall’impossibilità di conquistare e apprendere la verità assoluta. In questa visione Guglielmo Ferro sviluppa una mise en scene in cui domina un’inquietante atmosfera orwelliana di sorveglianza, che può contare su uno straordinario terzetto di interpreti: Ida Carrara è la Signora Frola, Pino Micol il Signor Ponza, mentre Maria Lo Giudice appare nelle insolite vesti en travesti di Laudisi. La nuova produzione è affidata ad un team prestigioso: Stefano Pace firma le scene, Dora Argento i costumi, Massimiliano Pace le musiche, Franco Buzzanca le luci.

NOTE DI REGIA. Nel Così è se vi pare, Pirandello utilizza gli elementi di confutazione, del gioco delle parti, dell’inesistenza a priori, dell’impenetrabilità della verità, facendo emergere un carattere nero, il mistery del mondo della fantascienza anni ’30. L’atmosfera di sorveglianza diventa la chiave di regia della messinscena, il testo offre lo spunto per immergere il ginepraio pirandelliano, che gira intorno alla Signora Frola e ai signori Ponza, in una condizione di dittatura della comunicazione.
Come in una realtà orwelliana da 1984, i personaggi perdono la loro identità, persino la loro sessualità, per diventare dei non-esseri di una società apocalittica. C’è stata un’esplosione, ci sono stati dei morti. Il paese da cui provengono i Ponza si dice completamente distrutto, ma da cosa, se risulta impossibile trovare un qualsiasi documento o un testimone che certifichi l’esistenza dei nuovi arrivati. Degli individui di Pirandello, creature delle dicerie di altre persone, non rimane nulla, sono diventati automi di un’autocrazia del SAPERE. Il grande occhio che sorveglia non è più quello delle comari di un paese di provincia, ma è quello di una entità che comprende tutti, controllati e controllori.
Al di fuori dell’ossimoro di un’agorà inscatolata come un bunker, si avverte la presenza di un pericolo incombente. All’interno di questo non-luogo, la comunicazione del compromesso senza punto d’arrivo diventa confessione coercitiva. Non ci sono più le anguste mura di una casa a proteggere la propria piccola verità, ma solo i corpi irrigiditi dalla inesistenza che, invece, DEVONO DIRE le proprie piccole verità. Del resto nella non-vita stabilita da un governo che cancella i nomi, il sesso, i gesti, confessare le proprie verità è la violenza meno dolorosa. Anche quando per disperazione si continua a dire «Io sono colei che mi si crede».

GUGLIELMO FERRO

COSÌ È SE VI PARE
di Luigi Pirandello
regia di Guglielmo Ferro
scene Stefano Pace
costumi Dora Argento
musiche Massimiliano Pace
luci Franco Buzzanca
con Ida Carrara, Pino Micol, Mariella Lo Giudice
produzione Teatro Stabile di Catania
Teatro Verga, dal 9 al 29 aprile 2008-Prima rappresentazione, 9 aprile ore 20,45

(09 aprile 2008)

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