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Fusione fredda in Sicilia | L'anteprima

Venerdì 7 dicembre alle 17, nell'Auditorium del Monastero dei Benedettini, proiezione del film-documentario di Elio Gimbo e Giovanni Grasso

Venerdì 7 dicembre alle 17, nell'auditorium "Giancarlo De Carlo" del Monastero dei Benedettini, sarà proiettata l'anteprima del film-documentario Fusione fredda in Sicilia, di Elio Gimbo e Giovanni Grasso, in co-produzione Casablanca/Edizioni Le Siciliane. Il film documenta il percorso condotto in Sicilia dai DS per confluire nel PD.  
All'iniziativa, organizzata in collaborazione con la facoltà di Lingue, intervengono Rosario Mangiameli, docente di Storia contemporanea, e Graziella Proto, direttrice di "Casablanca", coordina Vincenza Scuderi (ricercatrice - Università di Catania).

Elio Gimbo
, importante regista e autore catanese ripropone in questo film la particolarità stilistica e creativa che ha sempre contraddistinto tutti i suoi prodotti artistici, sia in ambito teatrale che cinematografico.

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Fusione fredda. Il titolo riprende evidentemente la definizione giornalistica riferita al processo di scioglimento e fusione dei partiti Ds e Margherita in un soggetto politico completamente nuovo. Il documentario tuttavia approfondisce solo un particolare aspetto di questa operazione. Può la citazione di Pasolini valere, oltre che per gli uomini, per le organizzazioni di uomini?
Contesto generale dell'opera:
L'oggetto di approfondimento del documentario non è la nascita del Partito Democratico, bensì la conseguente presa d'atto che, con lo scioglimento dei DS, cessa la storia dell'organizzazione politica fondata nel '21 da Antonio Gramsci giusto a settant'anni dalla morte del suo principale fondatore. Questa organizzazione politica, pur attraversando fasi e denominazioni differenti, è giunta fino a noi costituendo nel suo genere un modello primario e conservando fin qui il nucleo fondamentale dell'impostazione organizzativa gramsciana. Giova ricordare che Gramsci strutturò il partito in modo da trovare la giusta sintesi politica alle radicali differenze culturali e politiche delle masse dei lavoratori del nord industriale e del sud contadino; il partito comunista fu la prima, radicale risposta del movimento operaio al fossato che divideva questione settentrionale e questione meridionale dopo l'unità d'Italia. A tal fine Gramsci pose l'accento sull'organizzazione di un soggetto politico di massa che superasse le leadership carismatiche e personalistiche della politica del suo tempo, un tempo in cui il “notabilato politico” era la forma dominante di aggregazione del consenso e di formazione di ogni rappresentanza politica. Come non vedere, da questo punto di vista, nella storia del nostro tempo un impressionante ritorno al passato?
Questo modello organizzativo di massa ha attraversato tutta la storia italiana del '900 imponendo una propria egemonia sull'intero movimento dei lavoratori e, dal dopoguerra in poi, affidò l'autorevolezza della propria azione politica al progresso incondizionato del mondo del lavoro, alla redistribuzione della ricchezza, alla condizione di stabilità del lavoro e di certezza pensionistica. E' possibile che quella assoluta centralità di interesse venga smarrita definitivamente nel passaggio attuale?
Temi approfonditi nel documentario:
Lungi dal privilegiare, nel contrapporsi delle mozioni, una tesi sulle altre, il film offre un'analisi dei diversi livelli di linguaggio, comportamenti, antropologie, di modelli culturali e aspettative politiche presenti in questa organizzazione dal passato così importante e originale, colti nel momento in cui essa di fatto muore.
Cosa resta, presso gli uomini e le donne militanti, di questa eredità culturale? Cosa consegna tale storia, all'Italia di oggi, in termini di risorse umane? Se ancora Pasolini definiva il PCI come “un paese dentro il paese”, vedendo nella diversità antropologica dei comunisti una intatta possibilità di rinnovamento dell'intera società italiana, quali sono oggi i comportamenti culturali all'interno di questo modello organizzativo e, di questo, possiamo descriverne, a futura memoria, le modalità?
Abbiamo volutamente preso a oggetto d'indagine gli iscritti del solo territorio siciliano, ma proprio l'originaria vocazione “unitaria” gramsciana ci dice che i risultati possono interessare l'intero paese.
Girare il documentario ha tecnicamente comportato un viaggio attraverso decine di fasi del IV Congresso dei DS, dall'unità organizzativa più piccola: la sezione, alla più grande: il congresso regionale. Se abbiamo, per un verso, cercato di documentare tutti i livelli di esistenza, con relativi linguaggi, interni all'organizzazione (dal semplice iscritto, al dirigente locale, al dirigente nazionale), le principali antropologie sociali (dai contadini di paesi tagliati fuori dalla modernità, al piccolo borghese cittadino, al politico di professione); per un altro verso abbiamo cercato di documentare le complesse modalità organizzative di quello che, per quasi un secolo, è stato il maggior partito della sinistra italiana.
Infine la costruzione del film prevede che dal suo svolgimento corale, tutto affidato a comportamenti “pubblici”, pian piano, in modo quasi impercettibile, emerga il volto, la presenza di un semplice segretario di sezione a cui viene affidata, soprattutto nel finale, la parte diremmo più espressiva e poetica del film, ed è così, attraverso una epifania “privata”, che nel finale la fusione diventa “calda”.

(07 dicembre 2007)

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