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Dies Gregoriani

Da venerdì 5 a domenica 7 novembre, al Palazzo della Cultura, tre giornate di studio dedicate alla conoscenza del canto gregoriano, organizzate da Associazione Sicilia Gregoriana, Università di Catania e Arcidiocesi di Catania

Da venerdì 5 a domenica 7 novembre, al Palazzo della Cultura di Catania, si svolge "Dies Gregoriani", tre giornate di studio dedicate alla conoscenza del canto gregoriano, organizzate da Associazione Sicilia Gregoriana, Dipartimento di Scienze Umanistiche dell'Università di Catania e Arcidiocesi di Catania in collaborazione con l’Associazione Internazionale Studi di Canto Gregoriano.

Dopo i saluti istituzionali, apre i lavori, venerdì 5 novembre alle 16, la tavola rotonda "Catania crocevia di fedi e culture. Il canto sacro come elemento di dialogo". 

Sabato 6 novembre alle 9 avrà luogo il convegno "Tradizione e nuovi linguaggi. Come parlare di Canto Gregoriano a chi il Canto Gregoriano non lo conosce". A seguire, alle 18.30, nella Chiesa della Badia di Sant’Agata (via Vittorio Emanuele II), celebrazione solenne dei Vespri votivi in onore di San Giuseppe e, alle 20, al Monastero di San Benedetto (via Crociferi), concerto delle Scholæ gregoriane partecipanti.

Domenica 7 novembre alle 11, a chiusura delle giornate di studio, nella Basilica della Cattedrale si svolge la Solenne Celebrazione eucaristica nella XXXII domenica del Tempus ordinarium, presieduta da Mons. Salvatore Gristina,  Arcivescovo Metropolita della Diocesi di Catania.

Il tema

Il Canto Gregoriano è percepito al primo impatto quale fenomeno musicale e, in quanto tale, arte essenzialmente impalpabile, i cui esiti appaiono come realtà in movimento, difficilmente comprensibile unitariamente, se non dopo un articolato percorso di conoscenza. 

Il Canto Gregoriano si fonda su un linguaggio che, seppur profondamente calato nella musica, non si basa principalmente su di essa; il che, nell'atto comunicativo, lo vede privo delle potenzialità referenziali accessibili ai più, come potrebbero essere i paralleli con la letteratura e le arti visive e figurative.

Come tradurre, quindi, il Canto Gregoriano a parole senza incorrere in banalità? Come spiegare l'opera d'arte in esso racchiusa? La quaestio non è cosa da poco e chiama in causa diverse realtà: la storia del Cristianesimo, i testi biblici, la storia del rito cristiano, il mondo monastico, la teologia, l'estetica, la teoria della critica, la filosofia della musica, i metodi dell’analisi. Non ultimo  i temi della comunicazione e dell'aggregazione: il Canto Gregoriano è testo trasfigurato che si proietta verso l'esterno per raggiungere i nuclei della sensibilità interiore; di conseguenza si trasforma in un'esperienza interna, per chi lo pratica e ne conosce la missione.

(05 novembre 2021)

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