Lunedì 3, mercoledì 5 e giovedì 6 giugno (Spazio Mostre, ex Caserma Abela di Siracusa) si terranno tre giornate di studio sul tema L’architettura nelle città storiche tra prevenzione e ricostruzione, organizzate dalla struttura didattica speciale di Architettura (prof.ssa Caterina Carocci).
Dalla riflessione condotta dalla comunità civile e scientifica in seguito agli eventi traumatici che l’Italia ha subito negli ultimi anni, sono emersi due questioni differenti ma correlate sulle quali occorre intervenire: per un verso il tema del “prima” ovvero degli interventi preventivi e delle strategie che possono concorrere a ridurre l’impatto di eventi naturali, per altro le pratiche da porre in essere “dopo”, per riconfigurare e ricucire i tessuti urbani lacerati dai crolli. Il lavoro svolto in tali contesti - nel dipartimento di Architettura e della sds di Architettura dell’Università di Catania - ha individuato alcune tematiche che ruotano attorno alla città storica, alla sua conservazione e alla sua trasformazione.
Gli incontri propongono una riflessione articolata dunque in due parti complementari: uno sguardo ad alcune esperienze incentrate sulla prevenzione attivate nell’ordinario e un altro sulle ricostruzioni che gli eventi catastrofici ineludibilmente mettono in moto con conseguenti discussioni accese nelle comunità locali e con un impegno economico di forte impatto per il Paese.
Le giornate serviranno anche ad esaminare lo stato dell'arte delle convenzioni universitarie coordinate dalla prof.ssa Caterina Carocci (docente di Restauro) in qualità di responsabile scientifico, e riguardanti il centro storico di Faenza e i piani di ricostruzione dei piccoli centri abruzzesi, già illustrato nel corso dell'iniziativa Sicurezza e conservazione in zona sismica.
Lunedì 3 giugno alle 9:30 si parla di Metodi di salvaguardia dei tessuti urbani e mitigazione delle vulnerabilità. Il primo incontro si incentra sull'esposizione di metodologie e esperienze maturate sia in ambito universitario che in collaborazione con enti locali. Il tema specifico del rischio sismico nella città storica è indagato con riferimento alla necessità di contemperare le esigenze di sicurezza, intesa come tutela dell’incolumità, alle esigenze di sostenibilità ambientale degli interventi, anche riguardo al loro impatto sociale ed economico, alla loro effettiva fattibilità, e alla necessità di salvaguardare il tessuto edilizio storico.
Mercoledì 5 giugno, sempre alle 9:30, si parla di Esperienze progettuali di ricomposizione urbana e architettonica. Il secondo incontro mette a confronto esperienze di progettazione nei tessuti storici stratificati. La dimensione progettuale - derivante dall’entità degli effetti, dai luoghi, ma anche da questioni economiche e finanziarie - varia da quella del singolo edificio a quella dell’intera dimensione urbana introducendo complessità crescenti legate a questioni di ambito tecnico e culturale e di rilevanza critica. Alcuni recenti casi italiani (terremoto aquilano del 2009, frana di Giampilieri del 2011, terremoto emiliano del 2012) consentono altresì una riflessione che coinvolge la dimensione didattica delle scuole di Architettura italiane ed europee e il ruolo stesso della figura dell’architetto.
Giovedì 6 giugno alle 10, la giornata sarà dedicata alla Esposizione informale e discussione dei risultati di alcuni laboratori didattici sui temi della prevenzione e ricostruzione. Alcune esperienze progettuali - elaborate in diversi laboratori didattici di differenti facoltà di Architettura - riguardanti il tema delle ricostruzioni post traumatiche in contesti storici saranno discusse, in presenza dei docenti e allievi architetti, al fine di confrontare metodologie, contenuti e risultati.
(03 giugno 2013)
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