Lunedì 18 giugno alle 20, nel Coro di Notte del Monastero dei Benedettini, prosegue la rassegna Cinema Segre(ga)to con le proiezioni dei film di Alessandro De Filippo Cattura (2006) e Isola (2011). La presentazione, curata da Ivano Mistretta e Carlo Monteleone, sarà introdotta dal sen. Pietro Mercenaro, direttore della Commissione Diritti Umani del Senato.
Cattura. Catturare il criminale che ha delinquito. Condannarlo a espiare la sua pena. Vuol dire separare il bene dal male. Proteggere il bene dal male. Riconoscere il male e negarlo allo sguardo. Negargli una voce, proibirgli la parola. Ma cos’è il bene senza il male? Qual è la sua identità, l’intima sua radice di confronto e di contrasto? Qual è il suo confine?
Isola. L’idea di isola nasce da un progetto del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia. Racconta la vita di Angelo e Carmelo Guidotto, due fratelli condannati all’ergastolo, con «sentenza passata in giudicato» (definitiva), e all’isolamento diurno. Quella dell’isolamento diurno è una legge che risale al codice Rocco (1930), di matrice fascista, che però viene ancora adottata dal nostro codice penitenziario.
L’isolamento diurno nelle parole di Carmelo che spiega, teorizza, raccoglie idee e impressioni, cerca di raccontare, narrare, descrivere. L’isolamento diurno nei gesti, nei movimenti reiterati e insensati e disperati e assurdi di Angelo. Attese e rinunce. In silenzio. Due fratelli, condannati all’ergastolo. La sentenza definitiva stabilisce: fine pena mai. Non si esce, non se ne esce. È un labirinto di passioni sorde, che implode senza emozioni apparenti. Un sorriso di circostanza forse, una pausa d’attenzione: Carmelo cerca le parole giuste. Angelo scende al passeggio, va in palestra, legge un libro di Terzani, ascolta le canzoni alla radio, guarda i cartoni animati in televisione, prepara il caffè. È tutto protetto e rarefatto dentro la scatola di ferro e cemento. C’è tutto, ma è come lontano, sfumato, disperso, un miraggio sfocato, l’illusione di un sogno confuso. La regola del silenzio. La consegna del silenzio. Rumori in lontananza. Sempre gli stessi. Voci lontane, chiamano, salutano, indicano, assegnano. Voci lontane, ovattate. Rumori sordi. Battitura ferri. Serrature scattano molle a chiudere, aprire, chiudere. C’è la famiglia Griffin in televisione; Neffa o Cocciante o Ligabue alla radio. E un uomo, controluce, in piedi, davanti alla finestra.
(18 giugno 2012)