Mercoledì 26 gennaio alle 17, nel Coro di Notte del Monastero dei Benedettini, si presenta il film dello scrittore e regista e sceneggiatore Italo Moscati dal titolo Concerto italiano (Storia e storie dell’Unità d’Italia).
All'incontro con l'autore, illustre critico teatrale e cinematografico, introdotto dalla prof.ssa Lina Scalisi (docente di Storia moderna), partecipa anche il preside della facoltà di Lettere e Filosofia, Enrico Iachello.
Il filmè un grande affresco, uno spettacolo di immagini e di musica, un racconto di personaggi e fatti, una grande ricerca fra intese e speranze, un grande concerto di idee e di identità italiane. Tutto ciò riassunto in un titolo, “Concerto italiano”, sugli anni in cui la televisione italiana, la Rai, ha potuto già documentare il secolo e mezzo dell’Unità.
Nel 1954 cominciano le trasmissioni televisive della Rai. L’attenzione per la storia d’Italia è subito molto forte nei programmi prodotti dalla stessa Rai e aumenta nei sei anni successivi. Questa attenzione si sviluppa ancora dal 1961, ovvero l’anno in cui si compie il secolo dalla proclamazione a Torino nel 1861 dell’Italia Unita.
Se nel 1911, a cinquant’anni dalla proclamazione, le immagini delle manifestazioni e delle feste per l’Unità avevano la qualità di un bianco e nero un po’ tremolante delle foto di allora e delle sequenze dei primi documentari, nel 1961 la Rai raccoglieva le sue migliori energie per mostrare altre immagini, più ferme, più reali, più convincenti, meno romantiche, capaci di raccontare la storia, le storie del Paese. Torino e i piemontesi sono protagonisti delle sequenze delle tre guerra di indipendenza, dei suoi uomini politici (Cavour su tutti), degli scontri di piazza che si ebbero a Torino quando venne deciso di trasferire la capitale a Firenze; e ci sono vari riferimenti filmati sull’arrivo dei bersaglieri a Roma, e sull’accoglienza ai “piemontesi” ammirati perché “alti due metri”.
Importanti documenti recuperati: il discorso negli Stati Uniti del presidente John Kennedy nel marzo 1961 per ricordare i 100 anni dell’Unità, in cui si ricordano Cavour, Mazzini e Garibaldi e i milioni di italiani - lombardi, veneti, calabresi, siciliani - che contribuirono alle fortune dell’America. E le immagini dei garibaldini emigrati nel periodo della guerra di secessione; e la lettera di Garibaldi al presidente Abramo Lincoln. Per il centenario, la Rai filmò le iniziative organizzate a Torino, “Italia 61” e “la Mostra dedicata all’Unità dal Museo del Risorgimento”, e altre ancora; ma fece ben di più, realizzando numerosi sceneggiati e programmi che raccontavano la storia del passato e però puntavano a presentare il nuovo volto del Paese dal cosiddetto miracolo economico al rapido e intenso cambiamento dei costumi e della vita degli italiani, ai loro interessi in cammino verso il futuro, alla loro costante ricerca di prospettive aggiornate nel volto inedito di un’Italia non più contadina, più industriale, attenta al mondo.
Di tutte queste straordinarie immagini della realtà e di ricostruzione con fiction e film tv , si compone “Concerto italiano” che presenta un appassionante intreccio fra la storia e, soprattutto, le storie che ci riguardano da vicino e fanno sperare con fiducia negli anni che ci attendono. Dal passato, le immagini passano al passato prossimo e al presente, mostrando le situazioni che hanno contraddistinto un lungo e controverso percorso per “fare gli italiani” negli anni della tv. Immagini e parole che irrompono e costruiscono una storia, temi e problemi irrisolti. Le migrazioni interne, l’arrivo degli emigrati, la distruzione o lo scarsa attenzione alla salvaguardia del territorio e dell’ambiente, la criminalità diffusa, l’idea che si sono fatti e si fanno all’estero degli italiani, la scomparsa della patria, il nazionalismo e il patriottismo, e altre scene di un Paese che cerca ancora.
Le musiche sono dirette da grandi personalità: Riccardo Muti, Claudio Abbado, Antonio Pappano, Gianluigi Gelmetti e altri. Canzoni di Giorgio Gaber, Fabrizio de Andrè, Giuni Russo.
“Concerto italiano”, sulla scia della sue caratteristiche di racconto fra documenti e testimonianze, ha un respiro ampio ed è una sintesi rigorosa e spettacolare del periodo considerato, ovvero quella “di storia e storie dell’Unità: dal 1961 ai giorni nostri.
(26 gennaio 2011)