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La Porta della Bellezza

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Venerdì 15 maggio alle 11, la Fondazione Fiumara d’Arte inaugura la prima opera monumentale per il quartiere di Librino
Antonio Presti Librino La porta della Bellezza

Antonio Presti, artista e mecenate siciliano, presidente della Fondazione Fiumara d’Arte, inaugura venerdì 15 maggio nel quartiere periferico catanese di Librino, con 100.000 abitanti, una gigantesca opera in terracotta La Porta della Bellezza che segna anche l’inizio dell’ambizioso progetto TerzOcchio Meridiani di Luce.
La Porta della Bellezza è composta da 15 opere monumentali di artisti nazionali e consiste in 9000 forme di terracotta. Le opere abbinate ad altrettanti testi poetici, saranno applicate lungo 500 metri di un muro di cemento (3 km) che attraversa il quartiere. L’insieme delle opere si ispira alla tematica della Grande Madre.

TerzOcchio Meridiani di Luce è un progetto ideato dalla Fondazione, nell’ambito delle iniziative culturali, etiche e sociali direttamente promosse per il quartiere catanese di Librino. Il progetto, già attivo dal 2002, con la collaborazione di tutte le scuole del quartiere e con i suoi abitanti, ha come tema la Bellezza intesa come mezzo per acquisire il diritto alla cittadinanza, per affermare la consapevolezza della propria identità. Il progetto si è potuto realizzare grazie alla partecipazione delle 9 scuole elementari e medie e degli oratori del quartiere, che accolgono 10.000 allievi. Gli artisti ed i poeti hanno infatti lavorato per più di due anni direttamente nelle scuole con 2000 bambini. Le forme di terracotta sono state modellate e firmate dagli alunni, divenuti così “giovani autori”, con lo scopo di renderli protagonisti di un percorso artistico-etico che cambierà la storia e l’identità del quartiere.

Attraverso questa iniziativa, la Fondazione mira a risvegliare nella popolazione di Librino il valore della condivisione, della pratica artistica collettiva, il senso della Bellezza artistica e spirituale. L’obiettivo è quello di contribuire a una coscienza comune di rispetto per il territorio e di recuperare e divulgare i valori dell’impegno civile, dell’educazione alla cittadinanza. Il ruolo attivo e centrale delle scuole di Librino e l’accoglienza degli abitanti del quartiere sono segni positivi di un valore di condivisione. Anno dopo anno il muro sarà sempre più trasformato e rivestito di opere d’arte in terracotta e accoglierà anche la parola dei più noti poeti nazionali e internazionali.

La Porta della bellezza si arricchirà, anno dopo anno, di altri interventi artistici in terracotta che verranno a completare progressivamente tutta la lunghezza del muro di 3 km. «È necessario promuovere esperienze educative di cittadinanza attiva e solidale - ha dichiarato Antonio Presti - attraverso progetti multidisciplinari e iniziative di rete con il territorio siciliano. Con il muro che si trasforma in Porta della Bellezza gli abitanti comprendono la via del fare, un fare che trasforma il manufatto in bellezza». Perché la Porta della bellezza? Perché successivamente, il museo d’Arte Contemporanea continuerà coinvolgendo 100 condomini del quartiere. Grazie all’ausilio di artisti di fama internazionale -registi, fotografi, video makers - diverse facciate dei palazzi di Librino, accoglieranno i lavori artistici installati sulle facciate cieche, segnando così l’apertura del museo Terzocchio Meridiani di Luce. «Una volta acquisita la pratica del fare – conclude Antonio Presti - le gigantografie e le proiezioni video sulle facciate di tutti i condomini , potranno manifestare la bellezza spirituale di tutti gli abitanti del quartiere».


Antonio Presti, da dieci anni, coltiva a Librino un'utopia. In questa "città-satellite" di circa 70.000 abitanti, in un territorio lasciato ai margini, privo di infrastrutture e di servizi, l'ideatore di Fiumara d'arte, "il sognatore che realizza i propri sogni"- come lo ha definito lo scrittore israeliano Meir Shalev - coltiva l'utopia della bellezza e dell'arte come forza etica. In questo spazio della contemporaneità, un non luogo che nega cittadinanza ai suoi abitanti, ha scelto d'investire sull'arte ritenendola occasione di riscatto, d'incontro, di scoperta, di gioia e di bellezza.
A Librino, il quartiere demograficamente più giovane di Catania, Antonio Presti ha voluto che la speranza si facesse arte. Ha proposto un progetto a tappe che ha preso le mosse dalla poesia per farsi racconto e poi immagine, scultura. Per i circa 10.000 ragazzi che nel quartiere frequentano le scuole dell'obbligo - di istituti superiori non ce ne sono - da dieci anni promuove e organizza incontri e iniziative con poeti e con scrittori di fama internazionale, e, adesso, con scultori e videoartisti. Per i più giovani l'incontro con la forza della parola e con la fascinazione delle opere scultoree è stata una scoperta rivoluzionaria, un chiavistello magico capace di cambiare il loro modo di vedere il mondo, un impatto dirompente in un quartiere dove non c'è un cinema, un teatro, un luogo pubblico d'incontro, una palestra.

Un omaggio provocatorio, questo di Antonio Presti, la cui sfida, l'utopia, la follia è volere ribaltare l'approccio abituale allo sviluppo: non il denaro e l'economia come motore di crescita, ma l'etica, la bellezza, l'arte. L'arte come strumento per esprimere le potenzialità di ognuno. L'arte come levatrice di potenzialità di vita e di creatività. Un progetto provocatorio in un mondo contemporaneo che non riconosce più "la bellezza interiore" come valore. 

 

Ed è proprio tra i ragazzi di Librino che è nata l'idea del museo virtuale. Antonio Presti ha cominciato a discutere con gli abitanti del quartiere della trasformazione dell' asse attrezzato (un grigio ponte che taglia il quartiere) in un'opera d'arte collettiva. All'inizio aveva pensato ad un museo tradizionale, fatto di materia, di struttura, di quella rappresentazione della bellezza che convenzionalmente chiamiamo opera d'arte. Poi ha modificato quest'ipotesi iniziale perché, con l'esperienza decennale maturata insieme ai ragazzi, ha acquisito una consapevolezza diversa: l'idea per cui l'opera d'arte è tale nella condivisione. Non manufatti e sculture da creare, dunque, ma persone da valorizzare. Sono loro - i ragazzi, le donne e gli uomini di Librino - le opere d'arte che devono essere conosciute, amate e rispettate, persone di cui non si vuole cogliere e proporre una rappresentazione estetica, esteriore, ma la bellezza interiore, che è cosa completamente diversa."Fare esprimere la bellezza interiore a persone che si trovano in una situazione di disagio, di malessere, di rischio - sottolinea il creatore di Fiumara d'Arte - è un modo che può vivificare le emozioni implose in luoghi dove la depressione non è soltanto deprivazione di cose, né soltanto mancanza di strade, di piazze e di luoghi d'incontro, servizi e strutture di cui la popolazione ha bisogno, certo, ma che non possiamo essere noi artisti a dare. L'artista deve ricontattare l'anima degli uomini attraverso la bellezza. Ed è dalla consapevolezza di essere belli che può nascere una nuova coscienza degli abitanti del quartiere".

Il museo all'aperto ha due aspetti diversi e complementari: il muro di Librino, che diventa Porta della bellezza, saluto bene augurante fatto d'argilla, e Terz'occhio-Meridiani di Luce, il museo dell'immagine. Presti ha voluto chiamarlo così perché il terzo occhio è quello del cuore, l'occhio visionario. "Apritelo - dice - e vedrete Librino trasfigurato. Vedrete le facciate dei palazzi farsi schermo per immagini proiettate dal mondo intero, vedrete le strade e le piazze farsi museo, vedrete la poesia farsi ricchezza". E ancora. "Terz'occhio perché nei luoghi di mancamento, dove si affermano le tenebre e il buio, bisogna partire dall'illuminazione delle coscienze. Gli abitanti del quartiere devono acquisire la consapevolezza di valere, di essere belli". L'idea di Presti è quella di un museo mutante nel tempo, un museo che proponga nuove opere, e quindi nuovi volti, ogni due tre anni, un museo che usi i linguaggi della fotografia per fissare, in luoghi di fruizione collettiva, la spiritualità di ognuno degli abitanti di Librino. Tutto il progetto, in ogni suo stadio, è costruito sulla condivisione e il museo all'aperto sarà l'espressione, e il prodotto di una fitta rete di relazioni tra gli artisti e gli abitanti di Librino. Per raggiungere questo obiettivo la Fondazione Fiumara d'Arte si è mossa a partire dalle scuole dove, da dieci anni ormai, promuove iniziative sociali e culturali di grande respiro. E da lì, Presti ha coinvolto numerosi condomini del quartiere con ognuno dei quali, dopo un lungo confronto, ha stipulato una convenzione che autorizza l'utilizzo di una facciata cieca del palazzo come spazio espositivo. Sono 100 i condomini che si sono detti disponibili a questa impresa. 100 palazzi tra cui, ogni anno, saranno individuate le 10 facciate su cui installare fotografie o da utilizzare come schermi dove, nella notte, proiettare le immagini colte dagli artisti, immagini che manifestano la bellezza spirituale delle persone di quel condominio, i loro volti, le loro espressioni, il loro sorriso. Gli artisti, gli intellettuali, le persone di cultura e quanti concorrono alla realizzazione del museo sono chiamati a comprenderne lo spirito che non si fonda sul denaro, ma sulla creazione di una rete di impegno sociale, civile, etico ed estetico. Gli abitanti del quartiere, da parte loro, sono chiamati ad essere protagonisti di quest'esperienza e di questa impresa volta alla crescita di un nuovo tipo di consapevolezza e di coscienza civica, un'esperienza che potrà aiutarli a fare uscire da sé i valori e le attitudini migliori.

Alla trasformazione artistica dell'asse attrezzato che taglia Librino, nel tempo, concorreranno scultori, poeti di fama e gli studenti di Librino, i ragazzi che frequentano le scuole dell'obbligo. I dieci artisti che partecipano a questa prima fase dell'opera, provenienti da varie parti d'Italia, per precisa e inderogabile indicazione di Antonio Presti, hanno modellato sul posto, a Librino, le loro enormi opere. La prima parte dell'opera, la Porta della Bellezza, è dedicata alle Grandi Madri. "Un tema scelto come valore universale di bellezza e come omaggio ad una società matriarcale qual'è quella di Librino e di tutte le periferie del mondo dove sono le donne a portare il peso della famiglia e di una società ammalata nella coscienza. Donne cui va data sacralità. E i loro figli, che avranno contribuito ad elevare questo altare in loro onore, riconosceranno in ogni pezzo di terracotta il loro amore e ne avranno rispetto come di una cosa propria". Ancora una volta, dunque, un impegno volto alla costruzione di una comune identità, allo sviluppo di una coscienza collettiva e al rispetto dei beni di tutti. E poiché la trasformazione del muro richiederà tempo, anni, dal momento che l'asse attrezzato è una muraglia che si snoda per chilometri, intere generazioni di Librino cresceranno insieme all'opera, insieme alle facciate d'artista, insieme alla speranza di un futuro diverso per tutto il quartiere. 

(15 maggio 2009)

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