Venerdì 14 novembre alle 21 al Centro Zo avrà inizio la rassegna teatrale Gesti, curata da Guglielmo Ferro, con due pièces di Agota Kristof, una delle più grandi scrittrici ungheresi contemporanee, dal titolo L’ultimo cliente e La chiave dell’ascensore.
L’ultimo cliente e La chiave dell’ascensore di Agota Kristof. Con Ida Carrara, Mariella Lo Giudice, Sebastiano Tringali, Agostino Zumbo. La regia è di Guglielmo Ferro e Federico Magnano San Lio.
La scena di Agota Kristof è un luogo di reclusione. La chiave dell’ascensore racconta il conflitto tra un uomo e una donna, in questo caso un marito “carceriere” e una moglie inferma, costretta su di una sedia a rotelle e reclusa, come la protagonista di una fiaba. E’ la favola nera di una donna murata viva in se stessa. Subisce il carcere di un corpo privo della capacità di giudizio, perché non può fuggire, né vedere o sentire: il marito le ha fatto perdere progressivamente l'uso di gambe, occhi e orecchi, rendendola un fantoccio di puro dolore. Quando tenta di urlare, la sua voce è un lamento animale. Inevitabile l’omicidio del marito-padrone. “È un testo duro e bellissimo – dice la protagonista, Ida Carrara - Questa donna perde l’uso delle gambe, della vista e dell’udito. Vogliono toglierle anche la voce, ma lei preferisce rinunciare alla vita, ma alla voce no. La Kristof – ricorda Ida Carrara - è ungherese, ha subìto l’occupazione dei carri armati russi. Con i suoi scritti vuole dare voce al suo popolo, compresa lei”.
L’ultimo cliente porta sul palco una prostituta avanti negli anni e un suo vecchio cliente, un ladro; i due s’incontrano per bere e parlare, in un gioco di ricordi, litigi, menzogne veritiere e false verità, mentre nella stanza accanto un violinista, aspirante suicida, dà forma a una precisa richiesta della donna. Un testo segnato da un particolare, malinconico fascino. “È la storia disperata di una donna che fa la prostituta perchè ha bisogno di amare per sconfiggere la solitudine e non per la voglia di far soldi – spiega Mariella Lo Giudice, protagonista della seconda pièces della Kristof - L’unico potere che questa donna può esercitare su un uomo è quello di offrire il proprio corpo. Dopo l’ennesimo incontro con un cliente che vive una condizione ancora più difficile della sua, lei chiede a quest’uomo di essere uccisa per venir fuori da quell’inferno che è la sua vita. Alla fine lui non riesce a soddisfarla. La prostituta viene uccisa da un violinista che con le storie di questi due disperati non ha nulla a che vedere. È una vicenda scritta con grande poesia: straziante ma estremamente efficace”.
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(14 novembre 2008)
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