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La Centona

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Sabato 3 e domenica 4 gennaio, al Teatro Comunale di Trecastagni (Ct), in scena commedia di Nino Martoglio. Una produzione Teatro Stabile di Catania

Sabato 3 (ore 21) e domenica 4 gennaio (ore 18), al Teatro Comunale di Trecastagni, andrà in scena La Centona di Nino Martoglio, nella rielaborazione di Nellina Laganà
 

La regia è di Gianni Scuto. Con Nellina Laganà, Vitalba Andrea,  Fulvio D'Angelo, Riccardo Maria Tarci, Raniela Ragonese, Carlo Ferreri, Giovanni Santangelo. Una produzione Teatro Stabile di Catania.

La Centona, spettacolo particolarmente godibile e atteso, che prende il titolo dall'opera omonima di Nino Martoglio, di cui include i brani più celebri per allargarsi ad altre significative pagine uscite dall'arguta e ironica penna dell'autore etneo.   La Centona - ovvero "confusione di voci di più persone" - è una densa e ricca galleria di maschere, nate da vizi e virtù dei personaggi che popolavano le liriche appassionate e giocose, tanti sonetti, le commedie e la pungente satira politica in versi del versatile scrittore e drammaturgo. Questo esteso campionario di grotteschi eroi del riso, che anima l'omonima miscellanea pubblicata per la prima volta nel 1899, sarà restituito al pubblico dalla nuova produzione del Teatro Stabile di Catania.

«Opera arguta e schietta», come la definisce Pirandello, La Centona si presenta come un excursus sempre attuale e divertente sul mondo teatrale, la poetica, le iniziative giornalistiche e culturali di Martoglio. Lo spettacolo è diviso in due parti e alterna momenti di grande spessore storico e culturale ad altri di puro divertimento e gioioso gioco scenico: a brani famosissimi tratti dalle migliori commedie del Belpassese s'intrecceranno brani di poesia popolare e passi inediti del settimanale satirico D'Artagnan?, da lui stesso fondato nel 1899 e diretto fino al 1904. È da quelle coraggiose pagine in cui prendevano forma le audaci satire sulla vita cittadina catanese, le freddure per certi tipi colti dal vero (proverbiali sono alcuni epigrammi ad hominem talmente efficaci e pungenti che causarono a Martoglio diverse sfide a duello) che emergono i più bei dialoghi della messinscena. 

Uno spettacolo, insomma, che oltre a ricordare il Belpassese, vuole testimoniare e perpetuare nel tempo un'epoca del tutto eccezionale del teatro siciliano, un processo storico e culturale che ha rappresentato, e rappresenta ancora oggi, una delle pagine più belle della storia e della cultura della nostra isola.

(03 gennaio 2015)

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