Venerdì 14 marzo alle 10, nell’aula magna “Amedeo Jannaccone” del plesso "Valdisavoia" di Agraria (via Valdisavoia 5), saranno presentati i risultati definitivi del progetto di ricerca Malena.
È possibile ottenere della biomassa di buona qualità da utilizzare in ambito zootecnico e agroenergetico, sfruttando al massimo le potenzialità delle aziende agricole siciliane e cercando al contempo di fare sistema? A questo interrogativo cercheranno di dare una risposta gli imprenditori agricoli e i partner scientifici, tra questi l’Università di Catania, in occasione dell’incontro organizzato dal Dipartimento di Gestione dei sistemi agroalimentari e ambientali dell’Università di Catania.
L’obiettivo principale del progetto di trasferimento coordinato dal il prof. Biagio Pecorino - realizzato ai sensi della Misura 124 del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Sicilia 2007/2013 “Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei settori agricolo e alimentare e in quello forestale” -, è infatti il miglioramento quali-quantitativo delle biomasse realizzate in Sicilia.
Secondo il progetto di ricerca, in alcune aree della Sicilia è ancora necessario assistere gli agricoltori e gli allevatori nell’adozione di pratiche agronomiche corrette per l’ottenimento delle biomasse da utilizzare per la zootecnia e/o per la produzione di energia. Di fatto, soprattutto nelle aree interne della Sicilia, una limitata utilizzazione del terreno, pratiche agronomiche errate, terreni quasi abbandonati, producono redditi insoddisfacenti a causa di costi di produzione troppo elevati per unità di superficie e di prodotto.
Di contro esistono imprese zootecniche di medie dimensioni costrette a reperire alimenti in altre aree o regioni. In altre parole non vi è un sistema integrato che consenta la valorizzazione delle aree interne della Sicilia attraverso una zootecnia efficiente. La mancanza di un sistema è evidente anche nella sottoutilizzazione o, peggio, in una mancata utilizzazione degli scarti del sistema agroalimentare e in particolare deiezioni zootecniche (letame, liquami, pollina), prodotti residui della filiera lattiero caseraria, olivicola (sanze e acque di vegetazione), vitivinicola (vinacce e raspi), cerealicola (paglia, pula, crusca, residui e scarti di pane e pasta e dolci), secondi raccolti. Tali carenze spesso fanno emergere problematiche di natura ambientale con risvolti spiacevoli per gli attori coinvolti.
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Il programma del convegno, al quale parteciperanno il rettore Giacomo Pignataro e il direttore del dipartimento DiGeSa Giovanni Cascone, prevede anche una tavola rotonda, coordinata da Michela Giuffrida, che si terrà a partire dalle 15, sul tema "Le agroenergie in ambiente mediterraneo”. Ai lavori parteciperanno, oltre ad esperti del settore agroenergetico, Rosaria Barresi, dirigente generale del Dipartimento regionale dell’Agricoltura dell’Assessorato regionale all’Agricoltura, Dario Cartabellotta, assessore regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, Nicolò Marino, assessore regionale all’Energia, l’europarlamentare Giovanni La Via e Giuseppe Castiglione, sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali.
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(14 marzo 2014)