Sabato 15 febbraio alle 19, alla Galleria Collica di Catania (via Oliveto Scammacca, 2/a), si terrà la mostra personale di Tamás Kaszás, Reperti antropologici del costruttivismo popolare.
«Vorrei vedere in che modo la tradizione modernista possa essere percepita dalla cultura popolare dopo una grande catastrofe quando i sopravvissuti dovranno ricostruire le loro case dai rifiuti», con questa frase l’artista ungherese sintetizza alcuni dei principali interessi della sua ricerca artistica e forse più in generale della sua vita.
La sua poetica trae spunto dalle avanguardie storiche e dalle conseguenti utopie per ragionare sulla capacità dell’arte d’essere riferimento e parte attiva nella vita. La sua “curiosità” è alla base d’importanti riflessioni su temi riguardanti la necessità dell’arte nella società contemporanea e sul ruolo dell’artista in questioni sociali ed economiche, gravi e irrisolte, suggerite dall’attuale situazione in cui verte il nostro continente.
Pur esprimendo una forte critica alla società contemporanea, col suo lavoro Kaszás non scade mai in semplice cronaca, in critica retorica, né tanto meno strumentalizza l’arte a fini propagandistici. Egli gioca ironicamente sulle grandi utopie novecentesche per verificare la capacità dell’arte e della ricerca di individuare nuovi principi estetici alla base del rapporto tra l’opera e l’individuo, la collettività e l’ambiente in cui questi agiscono.
Nella sua prima mostra personale in Italia Kaszás presenta quattro lavori che affrontano questo tema da altrettanti punti di vista.
Info: 095-372930
(15 febbraio 2014)