Mercoledì 3 maggio alle 17:30, al Coro di notte del Monastero dei Benedettini, la musicologa Giada Viviani (Università di Genova) conversa con Alessandro Mastropietro (Dipartimento di Scienze umanistiche, Unict), autore del volume "Nuovo teatro musicale fra Roma e Palermo, 1961-1973" (Libreria Musicale Italiana, 2020).
L'incontro è il primo appuntamento del seminario in due parti su "Drammaturgie musicali del Novecento", a cura di Alessandro Mastropietro, docente di Musicologia e Storia della musica, e verterà su temi di configurazione drammaturgica e di peculiarità di ricerca legati al volume.
A partire dalla première (1961) di Collage di Achille Perilli e Aldo Clementi, Roma è centro di vivacissima elaborazione – compositiva, intellettuale, in parte realizzativa – di un teatro musicale del tutto nuovo rispetto agli assetti drammaturgici della tradizione melodrammatica, lungo linee (aggiornate, rilanciate, rimesse in discussione) collegate a premesse gettate dalle avanguardie storiche.
Nel progettare e sperimentare, i compositori che operavano a Roma svilupparono una condivisione (di spazi, problematiche, idee, realizzazioni) con esponenti della neo-avanguardia di altre discipline, persino mitizzata nella lettura di una swinging Rome artistica.
Una disamina del contesto romano, segnato da un febbrile stato di apertura e di curiosità interdisciplinari (ed esteso necessariamente al contesto palermitano, dove le Settimane Internazionali Nuova Musica crearono per alcuni anni un ambiente propizio a un teatro musicale sperimentale), precede la rassegna di circa 20 autori musicali per un totale di circa 50 titoli fino al biennio 1972-1973, allorché ricapitolazioni ed esordi trasformano sensibilmente il panorama operativo ed estetico.
Pur ruotando attorno ad alcune questioni generali (il ‘rifacimento’ del corpo del performer, il ripensamento dello spazio, il superamento delle partizioni di genere e disciplina, l’estensione delle tecniche vocali, il riassetto del rapporto col pubblico, l’efficacia individuale e/o collettiva dell’esperienza scenico-musicale), ciascun autore abbordò quella costellazione problematica in forme personali, e mutevoli ad ogni lavoro.
Da qui l’interesse e anche la difficoltà di uno studio complessivo dei fenomeni, indipendenti tra loro ma legati a una generale ri-motivazione delle formanti teatral-musicali e a un’idea di azione estetica che mette in gioco se stessa ad ogni evento, ponendo sovente in crisi il concetto tradizionale di opera.
(03 maggio 2023)