Lunedì 30 gennaio alle 17, a Palazzo Vermexio di Siracusa (Piazza Duomo), si svolge la Cerimonia di consegna dei diplomi rilasciati dalla Scuola di specializzazione in Beni archeologici dell’Università di Catania.
Seguirà l’inaugurazione della sede di Palazzo Chiaramonte, dopo oltre 15 anni di chiusura. L'occasione della riapertura sarà di particolare rilievo in quanto celebra l’inizio di un nuovo percorso della SSBA, saldamente ancorato nel suo storico passato, alla luce dei 100 anni della sua fondazione, la cui ricorrenza ricade proprio nel 2023.
Dopo l'introduzione del direttore della SSBA Daniele Malfitana, intervengono il rettore dell'Università di Catania Francesco Priolo e la direttrice del Dipartimento di Scienze umanistiche cui afferisce la Scuola, Marina Paino.
Seguiranno gli interventi di Fausto Carmelo Nigrelli (presidente della Struttura didattica di Architettura e Patrimonio culturale di Siracusa), Francesco Italia (sindaco di Siracusa), Fabio Granata (assessore ai Beni e alle Attività culturali), Salvatore Martinez (soprintendente ai Beni culturali di Siracusa), Antonio Mamo (direttore del Parco archeologico di Siracusa) e Silvano La Rosa (presidente del Consorzio "Archimede").
Alla consegna dei diplomi sarà presente il Soprintendente emerito di Siracusa, prof. Giuseppe Voza.
Donato nel 1974 dalla benemerita professoressa Giuseppina Pistone all’Università di Catania, il palazzo, testimonianza del medioevo siciliano, risale al XIV secolo. Venne costruito durante la dominazione angioina su commissione di Manfredi Chiaramonte, che deteneva tra il 1350 e il 1355 l’ufficio di Capitano Maggiore di Siracusa e di Lentini.
Nel Settecento il palazzo era abitato dalla famiglia De Grandi, agli inizi del XX secolo la proprietà venne censita da Paolo Orsi nell’elenco degli edifici monumentali della Provincia di Siracusa come Casa Interlandi-Pistone.
Si tratta di un edificio compatto, generato dall’aggregazione di più unità abitative. La facciata, costituita dal tipico paramento murario liscio in conci perfettamente squadrati, non mostrava originariamente aperture sulla strada, tranne il portale caratterizzato dalla dolcezza della curva ogivale e dall’eleganza dell’archivolto.
Il piano nobile, che aveva funzione abitativa, doveva essere adorno di una serie di finestre, delle quali rimane una splendida bifora, unica sopravvissuta ai rifacimenti sopravvenuti nel corso dei secoli che presenta sotto il fregio l’arma gentilizia dei Chiaramonte.
(30 gennaio 2023)