Sabato 26 (ore 21) e domenica 27 marzo (ore 18), al Centro Zo (Catania) va in scena "Il coro di Babele", scritto e diretto da Claudio Zappalà, in calendario per la rassegna "Battiti" di Palco Off (direzione artistica di Francesca Vitale, direzione organizzativa di Renato Lombardo).
Lo spettacolo affronta il tema dell'emigrazione dei giovani che lasciano la loro terra d'origine per raggiungere le grandi città, le "global cities" come Londra, Parigi, Berlino, tutte identificate con un unico nome: Babele, luogo di opportunità e meritocrazia, al contrario della terra d'origine, percepito come paese senza speranza e prospettive.
Selezionato al Milano Off Fringe Festival 2019 e aderente alla Rete Latitudini - lo spettacolo sarà interpretato da Chiara Buzzone, Federica D’Amore, Totò Galati, Roberta Giordano, Pierre Jacquemin.
Dopo spettacolo si terrà l'usuale chiacchierata con la compagnia.
Studenti, docenti e personale dell’Università di Catania hanno diritto a una riduzione sull’acquisto dei biglietti (12 euro anziché 22). Prenotazioni al 342/5572121 indicando corso di studi, dipartimento o struttura ammnistrativa di appartenenza.
"Il coro di Babele" affronta, attraverso una scrittura originale, il tema della migrazione di giovani italiani. "Babele" è la terra in cui, la leggenda insegna, si confusero le lingue per castigo divino e l'umanità iniziò a non comprendersi e a diversificarsi; un nome scelto con lo scopo di creare un immaginario molto efficace, con il quale, lo spettacolo, mette l'accento sull'attuale condizione emigratoria in cui corpi e anime intrecciano storie e si confondono, come le lingue, gli amori, i drammi, le gioie, la voglia di conoscere e sperimentare.
"Il coro di Babele" è il racconto di tante voci che tessono un’unica storia. Cinque racconti di giovani che viaggiano nei voli low cost per ragioni di studio o lavoro. È un canto melanconico e nostalgico, ma anche divertente e irriverente. È la storia di chi vive a Babele, la città simbolo di tutte le migrazioni. Narra di giovani all'estero che si interrogano sulle ragioni che li ha portati a tale scelta di vita, sui compromessi, sulle priorità, sulle scelte che ognuno è costretto a fare o che preferisce rimandare. Una narrazione che spinge ad una riflessione attraverso la rievocazione di ricordi e traumi che, inevitabilmente, hanno segnato la vita di ciascuno.
È il prodotto di un laboratorio teatrale sull’esercizio della narrazione curato da Claudio Zappalà, giovane drammaturgo e regista. Il risultato è uno spettacolo corale dal ritmo vertiginoso in cui le storie di cinque voci differenti si intrecciano per diventare un racconto comune che si arricchisce di suggestioni, contaminato dal sentire del gruppo.
(26 marzo 2022)