Venerdì 12 marzo alle 17, online sulla piattaforma Zoom, si svolge il seminario dal titolo “Per una prospettiva ecologica e femminista sulla crisi della riproduzione del vivente”.
L'evento è il primo appuntamento del ciclo “Corpi, territori e salute", seconda serie di seminari organizzati nell'ambito del progetto di ricerca “REVERSE – the Anthropocene Upside Down. Responsible research, VERSatile Knowledge, Enviromental futures in action” (segui il progetto su FB) promosso dai dipartimenti di Scienze politiche e sociali (Dsps), Ingegneria civile e Architettura (Dicar) e Scienze umanistiche (Disum) dell'Università di Catania.
Il seminario, introdotto da Benedetta Tringali e coordinato da Enrico Eberle (UniLab), prevede gli interventi di Federica Giardini (Università di Roma Tre), Alessia Pontoriero (Nodo Solidale), Irene Ragazzini e Francesca Gargallo (Universidad Autonoma Metropolitana).
Per partecipare, è necessario compilare l'apposito modulo online, entro le ore 12 di venerdì 12 marzo.
Le lotte delle donne in tutto il mondo, contro l’emarginazione e lo sfruttamento dei corpi, e la crisi ecologica in corso, non possono essere considerati come accadimenti scissi e indipendenti l’uno dall’altro perché sono sempre co-prodotti e strettamente legati ai processi politici, economici e culturali dell’epoca contradittoria che stiamo vivendo.
Nel corso di questo seminario parleremo di “ecotransfemminismo”. Cosa significa? Si tratta di un approccio che assume come punto di partenza la relazione tra territori, ambienti e corpi delle donne, a partire dall’approfondimento e dalla messa in discussione delle relazioni di potere che strutturano il nostro modo di vivere e di relazionarci, non solo tra esseri umani, ma anche con altre specie viventi.
Il legame tra donne e natura non è frutto di un ordine naturale o biologico, come proposto dall’immaginario dominante, ma è dato precisamente dai rapporti di dominio antropocentrici e patriarcali che si vanno strutturando e modificando nel tempo. La prospettiva ecotransfemminista ritiene che per superare la “crisi ecologica” che stiamo vivendo occorra dotarsi di un nuovo sguardo, che ribalti il modo di vedere noi stessi/e/ə ed il mondo.
(12 marzo 2021)