Dal 21 dicembre al 22 febbraio, lo spazio Bocs presenta la personale di Vanessa Alessi dal titolo Luna Vulgaris, se il poeta dorme in piedi, a cura di Giusi Diana.
E' la prima parte di un progetto di ricerca in fieri che prende l'avvio da un sogno fatto dall'artista a Berlino nel 2015 e da una frequentazione con la poesia e le vicende biografiche di Dylan Thomas (Swansea 1914 - New York 1953), poeta, scrittore e drammaturgo gallese morto a 39 anni in circostanze misteriose.
Come Alessi afferma, il progetto nasce dalla necessità di "esprimere un'assenza" nel dibattito pubblico, quella della voce dei poeti. Già in un intervento del 29 dicembre del 2018, sempre a Catania, l'artista aveva dato vita a una micro-azione dal titolo "Il Sonno del pensiero sbilenco", che aveva visto la partecipazione di poeti, artisti e pensatori invitati a dormire in posizione sbilenca su una panchina di Villa Bellini lunga 60 posti, ognuno poggiato sulla spalla dell'altro.
La città etnea torna adesso una seconda volta come luogo significativo, connesso alle vicende biografiche di Thomas, a partire dai sogni sbilenchi dei poeti, per una mostra che di fatto si è autogenerata attraverso un movimento non lineare di incredibili coincidenze che hanno portato l’artista da Berlino a Catania; e il cui fulcro si può rintracciare in un passo tratto da una poesia di Dylan Thomas del 1945, “Vision and Prayer“.
Il “santuario della sua cosmica ferita/ the shrine of his world’s wound” evocato dalla poesia, viene identificato da Alessi con il vulcano Etna, che sorge su una faglia (la cosmica ferita), ai cui piedi si reca per ravvisare le tracce dei versi del poeta gallese nel paesaggio, in compagnia del suo unico erede vivente, il figlio di Caitlin MacNamara e del suo secondo marito siciliano.
(21 dicembre 2019)