Venerdì 5 e sabato 6 ottobre, il Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell'Università di Catania ospita nelle proprie sedi di Palazzo Pedagaggi (Via Vittorio Emanuele II, 49) e del plesso didattico di Via Gravina, il convegno di metà mandato dell’Associazione Italiana di Sociologia. Il convegno, dedicato al tema “La Sociologia e le società europee: strutture sociali, culture e istituzioni / Social Structures, Culture and Institutions in Southern European Societies”, sarà occasione di confronto per sociologi e studiosi italiani e di spessore internazionale.
Studiosi di fama nazionale e internazionale valuteranno gli effetti che le politiche europee hanno avuto su opinione pubblica, stabilità politica e clima culturale in Europa. Un’attenzione particolare è rivolta alla gestione economica e dei flussi migratori, temi che più di altri hanno veicolato l’attenzione dei mass media e prodotto reazioni di sfiducia, malcontento e protesta in tutta Europa.
Declinata tenendo conto dei diversi ambiti disciplinari, la questione sollecita una serie di riflessioni su cause, effetti e misure da adottare al fine di governare i processi in gioco, nonché sulla possibilità di disporre e predisporre metodi per rilevare e valutare comparativamente detti fenomeni, di scala sovranazionale.
I lavori (co-organizzati con il centro di ricerca LaPoss e con l'Istituto di formazione e ricerca sui problemi sociali dello sviluppo) saranno occasione per sollecitare riflessioni e dibattiti sulla condizione politica, culturale e sociale che caratterizza l’Europa contemporanea. Il tentativo di avviare un confronto nazionale e internazionale sul tema ha portato inoltre alla scelta di realizzare la conferenza congiuntamente alle attività dei Research Network ESA "RN26" (Sociology of Social Policy and Social Welfare) e "RN27" (Regional Network Southern European Societies), in programma a partire da giovedì 4 ottobre.
Il primo (RN26) è dedicato al tema delle trasformazioni dei servizi di welfare sul piano organizzativo, professionale, dell’interconnessione tra diversi settori, utenti, operatori e del rapporto tra pubblico e privato nella produzione del welfare. Il secondo (RN27) riguarda invece le sfide e i dilemmi delle società dell'Europa meridionale lungo diversi filoni di ricerca: le strutture sociali e culturali in quest’area del Mediterraneo, i processi di convergenza e divergenza nello sviluppo politico, sociale ed economico, la produzione della conoscenza sociologica nei diversi Paesi dell’Europa meridionale.
I due eventi – che si terranno nell’ambito dell’assise dell’Associazione italiana di Sociologia - costituiscono per studenti e docenti una grande opportunità per meglio comprendere, attraverso ricerche comparative e studi specifici, le trasformazioni sociali e lo stato degli studi sociologici in Europa.
Tra gli appuntamenti di rilievo, la tavola rotonda dal titolo: “Disentangling the North: New perspectives from the Southern European Societies” che si terrà venerdì 5 ottobre alle 14:30. Introdurranno la tavola rotonda il rettore Francesco Basile, il direttore del Dsps Giuseppe Vecchio e il coordinatore locale di ESA/RN27 e ESA/RN26 Teresa Consoli, la presidente della European Sociological Association Sue Scott, la presidente dell’Associazione Italiana di Sociologia, Enrica Amaturo, e i docenti Anneli Anttonen, Maurizio Ambrosini, Ingo Bode e Manuel Fernandez-Esquinas.
Il dibattito in plenaria di chiusura avverrà a conclusione dei lavori che, proseguendo per due giorni, declineranno il tema generale rispetto agli specifici settori disciplinari. Le diverse sezioni dell’Ais propongono, al riguardo, interventi o dibattiti rispetto alle tematiche specifiche di sociologia del territorio, processi culturali e istituzionali, immaginario, sociologia del diritto, sociologia politica, metodologia della ricerca sociale, sociologia dell’educazione, religione, genere, sociologia della medicina, vita quotidiana e teorie sociologiche.
La conferenza vuole, dunque, sollecitare un dibattito sui diversi modi in cui la sociologia affronta il tema descritto, individuando il contributo che la disciplina fornisce all’analisi della crisi, offrendo strumenti di indagine scientifica e risultati fecondi per la conoscenza e per le decisioni politiche.
(04 ottobre 2018)