Lunedì 4 giugno alle 14:45, nell'aula magna del Polo Bioscientifico di Agraria (Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente, Via Santa Sofia, 100 Catania), si aprono i lavori del seminario su "La complessa gestione dei fanghi di depurazione, tra recupero e smaltimento".
Il Di3A dell'Università di Catania, l'Ordine degli Ingegneri di Catania e la sua Fondazione, l'Associazione nazionale degli ingegneri per l'Ambiente e il Territorio (AIAT), in collaborazione con AIAT Sicilia (Gruppo Acque) e con il Gruppo Gestione Impianti Trattamento Acque in Sicilia, attraverso il confronto con alcuni dei principali attori del mondo del trattamento acque e rifiuti, fanno il punto sullo stato di criticità nella gestione terminale dei fanghi di depurazione nella regione Sicilia e sugli sviluppi prospettici che si auspica potranno portare ad una gestione più sostenibile di questa potenziale risorsa, nel pieno rispetto del territorio e della salvaguardia della salute.
Il tema
La problematica del trattamento e smaltimento dei fanghi prodotti dai processi di depurazione delle acque reflue urbane assume una crescente importanza sia a livello nazionale che internazionale, anche in relazione all’attenzione della Commissione Europea sugli effetti dei microinquinanti organici sugli ecosistemi e sulla salute dell’uomo.
L’attuazione della Direttiva 91/271/CEE, concernente il trattamento delle acque reflue urbane, recepita in Italia prima dal D. Lgs. 152/99 e poi dal D. Lgs. 152/06 ha determinato un progressivo aumento dei quantitativi di fanghi originati dai processi di depurazione cui non sempre si sono affiancate le necessarie politiche e conseguenti azioni per la loro gestione sostenibile.
In Sicilia il loro principale destino è lo smaltimento in discarica che, in relazione alla normativa tecnica di settore in continua evoluzione, appare destinata a occupare un ruolo residuale solo nella gestione di rifiuti a matrice inorganica non più recuperabili. Tale situazione riflette la tendenza nell'UE di spingere verso l’economia circolare e perciò verso il riciclo di risorse. È quindi indispensabile riconsiderare con attenzione la filiera del recupero dei fanghi in agricoltura, adottando procedure gestionali volte ad assicurare la segregazione di eventuali scarichi in fognatura non compatibili, unitamente alla necessità di garantire il trattamento efficace dei fanghi nell’impianto di produzione o in centri dedicati.
È bene ricordare che la disciplina europea e nazionale classifica i fanghi urbani come rifiuti speciali non pericolosi “assoluti”, ma la possibilità di un loro recupero in agricoltura può essere condizionata dalla presenza di scarichi industriali in fognatura e/o dal conferimento nell’impianto di bottini. A ciò si aggiunge, in Sicilia, la limitata disponibilità degli impianti di compostaggio a ricevere questa frazione organica, creando non pochi problemi ai soggetti gestori della depurazione.
(04 giugno 2018)