Venerdì 1° dicembre alle 9, nell'aula magna del Palazzo delle Scienze (dipartimento di Economia e Impresa, Corso Italia, 55 - Catania), si svolge il convegno "Il sistema turistico etneo tra processi di periferizzazione e aspirazioni metropolitane" che verterà sul rapporto delle aree interne etnee - come individuate dalla Strategia nazionale per le aree interne (SNAI) e dall'Unione Europea - con l'area più urbanizzata e sul ruolo che giocano gli imprenditori in questa difficile dialettica.
L’Agenzia per la Coesione Territoriale identifica come “inner” quelle aree significativamente distanti dai centri di offerta di servizi essenziali (di istruzione, salute e mobilità), ma ricche di importanti risorse ambientali e culturali, fortemente diversificate per natura e a seguito di secolari processi di antropizzazione.
Il 31,4% del territorio nazionale è classificato come periferico e ultraperiferico ed è lontano più di 40 minuti da centri che offrono un sistema completo di servizi di base; in queste tipologie di territorio vive circa l’8% della popolazione italiana peraltro caratterizzata da invecchiamento, livello di senilità talvolta considerato “senza ritorno” se non avvengono iniezioni di nuova popolazione. Per contrastare il loro declino economico e sociale, dal 2014 il Comitato nazionale aree interne coordinato dal Dipartimento per lo sviluppo e la coesione territoriale, composto da tutti i Ministeri, si è adoperato per attuare la Strategia nazionale per le aree interne (SNAI).
Tanti comuni della regione etnea rientrano nella definizione di aree interne. Tuttavia, l’area maggiormente urbanizzata imperniata sul capoluogo etneo ospita attività importanti, da quelle industriali a quelle artigianali a quelle commerciali e finanziarie, oltre il sistema della logistica e dei trasporti, sviluppando funzioni strategiche a servizio della Sicilia orientale.
Questa “dicotomia etnea” tra aree interne e area urbana può essere superata nel breve periodo non tanto dalle politiche economiche dell’attore pubblico, che sono settoriali e spesso tardive, quanto invece dalle attività che già da tempo diversi imprenditori svolgono arricchendo il patrimonio territoriale. Un patrimonio basato principalmente sulle risorse turistico-culturali e tecnologiche le quali potrebbero svolgere il ruolo di volano all’interno di un territorio complesso e articolato, dove aree interne montane e spazi urbani dialoghino fattivamente per il superamento delle distanze e per lo sviluppo locale.
Dopo i saluti istituzionali del prorettore dell’Università di Catania Giancarlo Magnano San Lio e della direttrice del dipartimento di Economia e Impresa Michela Cavallaro, il prof. Luigi Scrofani introdurrà la tematica oggetto del convegno di studi, che prevede gli interventi di Elena Di Blasi (Università di Messina), Nunzio Famoso, Giuseppe Vecchio e Santa Pulvirenti (Università di Catania).
A seguire prenderà il via la tavola rotonda alla quale partecipano Francesco Cappello (Enterprise Europe Network, Consorzio Arca), Egidio Dansero (Università di Torino), Arturo Di Bella (Università di Catania), Francesco Russo Morosoli (Funivia dell’Etna), Giuseppe Palanca (ETNA RE), Nico Torrisi (SAC) e Mirko Viola (Vulcanic).
(01 dicembre 2017)