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Photo-Graffie. Dopo le grandi manovre 1979 - 1981

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Sabato 13 e domenica 14 maggio (dalle 17 alle 19), alla Fondazione Brodbeck a Catania, due aperture libere della mostra dedicata all'artista Vincenzo Agnetti (Milano 1926 – 1981), per il progetto "Unfinished Culture"

Sabato 13 e domenica 14 maggio (dalle 17 alle 19), alla Fondazione Brodbeck a Catania, sarà possibile visitare la mostra Photo-Graffie. Dopo le grandi manovre 1979 - 1981, dedicata al grande artista Vincenzo Agnetti (Milano 1926 – 1981). L'ingresso è libero.

La mostra si colloca all’interno del progetto Unfinished Culture, dedicata all’arte contemporanea. Sotto il titolo generale di Dopo le grandi manovre (1979-1981) sono presenti in mostra 20 opere su carta, realizzate mediante l’uso della fotografia, della scrittura, della china e talora del collage e del pastello.

Vincenzo Agnetti è stato un artista “eccentrico” e di fondamentale importanza per le sperimentazioni concettuali a partire dagli anni 60. I suoi primi interventi sono infatti teorici e a sostegno, attraverso la rivista “Azimuth”, di artisti come Piero Manzoni ed Enrico Castellani. Successivamente, e mediante una particolare esperienza artistica e di vita, Agnetti elabora una vera e propria poetica essenzialmente fondata sull’impossibilità di comunicare.

Punto nodale dell’originale esperienza artistica di Agnetti è il “rammemorare” come forma di conoscenza e contemporaneamente come forma di oblio. Tale apparente paradosso filosofico e psicologico assume speciali forme attive e performative nelle opere di Agnetti attraverso le figure del “rammentatore”, del “dicitore” o in azioni come quella appunto di “dimenticare a memoria”.

Agnetti realizza la serie delle Photo-Graffie dal 1979 al 1981. Si tratta di pellicole fotografiche esposte alla luce, trattate e graffiate al fine di “recuperare” il disegno o meglio l’elemento figurativo e talora pittorico dell’immagine. Come per i lavori precedenti di Agnetti la “Photo-graffia” si fonda su un procedimento alterato. Con l’esposizione alla luce della pellicola fotografica, il conseguente annerimento diviene una azione di azzeramento e nello stesso tempo di totale compressione dell’immagine.

Dalla fine e dall’annientamento dell’immagine, così come da una fotografia che non presenta altro che il nero, è tuttavia possibile agire con graffi e con colori . Graffiare e dipingere divengono in tal modo dei “segnali”, delle forme poetiche disposti su una struttura cancellata quale appunto la pellicola fotografica. Tale “recupero” dell’immagine s’inserisce all’interno di un procedimento concettuale e insieme poetico che contraddistingue l’intera e straordinaria esperienza artistica di Vincenzo Agnetti.

Info: tel.0957233111 - e-mail: info@fondazionebrodbeck.it

(13 maggio 2017)

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