Mercoledì 20 aprile alle 16, nell'aula magna di Palazzo Pedagaggi (via Vittorio Emanuele II 8 a Catania, 2° piano), il dipartimento di Scienze politiche e sociali organizza la giornata "Ernesto de Martino e il tarantismo oggi. Dialoghi su antropologia, politica e cultura" dedicata all'intellettuale italiano che lo scorso anno l’Istituto dell’Enciclopedia Treccani, l’associazione Ernesto De Martino e le fondazioni Gramsci e Premio Napoli, hanno commemorato nel cinquantesimo anniversario della morte con un ricco calendario di incontri, dibattiti pubblici e convegni.
La giornata - che si pone in continuità con le riflessioni degli eventi nazionali - ricorderà il noto antropologo a partire da una delle sue opere maggiori, “La terra del rimorso” (1961), che ha influito in maniera determinante sulla formazione di molti studiosi italiani, non solo antropologi. Questo vero e proprio classico della storia religiosa del Sud Italia è stato recentemente posto al centro di un’interessante lettura critica, da parte di Giovanni Pizza, il quale ha studiato la trasformazione patrimoniale del tarantismo nel Salento contemporaneo. Nel suo libro “Il tarantismo oggi. Antropologia, politica, cultura” (Carocci 2015) Pizza (docente all'Università di Perugia, che sarà presente all'incontro) affronta gli effetti sociali che La terra del rimorso continua a produrre negli stessi luoghi esplorati da de Martino e la sua équipe nel 1959.
“Oltre i confini della legittimità accademica, si apre una sfida di antropologia pubblica che è anche un’opportunità di autentica partecipazione democratica: un modo per scoprire, insieme, un sentiero nuovo, che ci porti fuori dal cono d’ombra di un cattivo presente”. È con questo stesso spirito che l’iniziativa è stata promossa nell’ambito delle attività legate agli insegnamenti di Antropologia culturale e di Antropologia del Mediterraneo tenuti dalla professoressa Mara Benadusi. Animeranno questo momento di confronto con i lavori di Ernesto de Martino, oltre a Giovanni Pizza, l'antropologo Berardino Palumbo (Università di Messina) e lo storico Giuseppe Barone (Università di Catania).
(20 aprile 2016)