Mercoledì 30 settembre alle 11, nella ex Sala Consiglio del Rettorato (Palazzo Centrale) si presenta il laboratorio d’Ateneo "Conoscere il mondo arabo-islamico" che avrà l’obiettivo di formare gli studenti dell’Università di Catania su importanti temi legati all’attualità degli eventi che stanno colpendo le regioni mediorientali e nordafricane.
Guerre, migrazioni, stragi, violenza efferata e, non ultima, criminale distruzione di patrimoni culturali hanno purtroppo caratterizzato il Vicino Oriente negli ultimi anni, facendolo tornare con prepotenza alla ribalta nelle nostre cronache. A fronte di questo quadro desolante e allarmante, come logico frutto dell’appello in favore di popoli e antichità in pericolo promosso da Antonio Pioletti e altri docenti dell’Ateneo di Catania e a pochi mesi dall’intervento a Catania del celebre archeologo italiano Paolo Matthiae, i docenti di discipline orientalistiche dell’Ateneo - Marco Moriggi (Filologia semitica), Mirella Cassarino (Lingua e letteratura araba), Laura Bottini (Storia dei Paesi islamici) -, insieme allo stesso Antonio Pioletti, realizzeranno uno specifico Laboratorio di Ateneo per l’anno accademico 2015/16.
Si tratta di nove incontri, che si terranno al Monastero dei Benedettini (vai al sito del dipartimento di Scienze umanistiche) a partire dall'11 novembre, con il coordinamento del prof. Nicola Laneri (Archeologia e storia dell’arte del Vicino Oriente antico), allievo di Matthiae. L’iniziativa si rivolge alle studentesse e agli studenti dell’Ateneo catanese, ma anche a tutti gli altri cittadini, e mira a far comprendere meglio una realtà che è vicinissima a Catania, non solo geograficamente, e dalla quale deriva buona parte dell’essenza del nostro stesso vivere in comunità.
Oltre ai docenti menzionati, che operano in un quadro formativo di studi orientali attivo a Catania da più di un decennio, il Laboratorio ospiterà studiosi di altri dipartimenti catanesi (Federico Cresti, Daniela Melfa) e alcuni relatori di riconosciuto prestigio internazionale (Biancamaria Sciarcia Amoretti, Alessandro Mengozzi, Ibrhaim Magdud).
Lo studio del vicino oriente antico e moderno diviene quindi centrale nell’Ateneo, che già promuove scavi archeologici in Turchia, Libia e, in futuro, in Iran, e dove sono attivi scambi culturali con importanti università del bacino centro-orientale del Mediterraneo, come ad esempio, Università di Tel Aviv e Università di Bar-Ilan (Israele) e Università Selcuk e Università Ege (Turchia).
(30 settembre 2015)