Dal 16 maggio al 28 giugno, al Palazzo della Cultura di Catania, si inaugura la mostra Eterogenesi della forma - esperienze di pittura e scultura all'inizio del XXI secolo, a cura di Alberto Mattia Martini.
Il termine eterogenesi deriva da Rudolf Albert von Kölliker, biologo tedesco che, a metà '800 conia tale parola per indicare la teoria evoluzionistica, secondo la quale gli organismi si evolvono perfezionandosi in modo discontinuo, spinti da una "legge di perfezionamento".
Una vita è quindi un organismo che evolve creando difformità tra generazioni precedenti e quelle successive; la forma genitore produce prole differente da sé, anche se la forma originale può riapparire dopo una o più generazioni. La creatività, l'arte nelle sue più svariate conformazioni converge all'interno di tale concetto, essendo sempre protesa alla ricerca, all'ideale, all'estetica e quindi a migliorare la propria espressività. Le opere in mostra interpretano questo concetto: la loro "eterogenesi artistica" è accomunata dall'allusione e dallaconfigurazione all'atto creativo, pur diversificandosi nella rappresentazione dello stesso.
Gli artisti, anche se provenienti da esperienze artistiche e luoghi differenti, condividono inoltre il pensiero che conduce e tende all'euritmia della forma. Tuttavia la conformazione armonica, pur essendo principio ineluttabile, risulta essere inderogabilmente solo un aspetto dell'investigazione, i dipinti e le sculture proposte in mostra vertono anche all'etica dell'espressività, un valore essenziale, quella che potremmo esplicare come "moralità concettuale".
La mostra Eterogenesi della forma vorrebbe mettere un punto interrogativo a questa locuzione, sottolineando come l'arte per poter essere definita tale, deve necessariamente propendere alla ricerca della conoscenza, coniugando l'emozione estetica, all'apparente smarrimento che comporta la riflessione etica.
(16 maggio 2015)