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«Volevo e voglio diventare un’attrice»

Mercoledì 20 aprile alle 9:30, al Coro di Notte del Monastero dei Benedettini, workshop sullo spettacolo "Il filo di Mezzogiorno" tratto dal romanzo memoriale di Goliarda Sapienza, in scena dal 19 al 24 aprile al Teatro Stabile di Catania

Mercoledì 20 aprile alle 9:30, al Coro di Notte del Monastero dei Benedettini, si svolge il workshop «Volevo e voglio diventare un’attrice», incentrato sullo spettacolo "Il filo di Mezzogiorno", tratto dal romanzo memoriale di Goliarda Sapienza, in scena al Teatro Stabile di Catania dal 19 al 24 aprile con l’adattamento di Ippolita di Majo e la regia di Mario Martone.

Il workshop fa parte delle attività del Progetto di ricerca "PRIN 2017 Divagrafie. Per una mappatura delle attrici italiane che scrivono || D.A.M.A (Drawing a Map of Italian Actresses in writing)" ed è organizzato dal Dipartimento di Scienze umanistiche (Disum) e dalla rivista Arabeschi, in collaborazione con il Teatro Stabile di Catania.

Introduce Marina Paino (Direttore Disum), presenta Maria Rizzarelli (Università di Catania). Intervengono Lucia Cardone (Università di Sassari), Massimo Schilirò (Università di Catania), Anna Masecchia (Università di Napoli “Federico II”).

Alle 12, tavola rotonda coordinata da Simona Scattina (Università di Catania), con Ippolita di Majo e gli interpreti dello spettacolo Roberto De Francesco e Donatella Finocchiaro.

Il tema 

La messa in scena dello spettacolo "Il filo di Mezzogiorno" offre una circostanza felice per riflettere su un’opera della scrittrice catanese preziosa e molto interessante per diversi motivi. 

Innanzitutto per l’ibridazione di generi e forme (memoir, romanzo di formazione, scrittura terapeutica, ricostruzione dell’esperienza dell’analisi), ma anche perché è il testo di Sapienza nelle cui pagine la narrazione del training attoriale si intreccia a doppio filo con la scoperta della vocazione letteraria

La drammaturgia dello spettacolo mette in rilievo tutti questi snodi e dà dunque un’occasione per verificare la persistenza di motivi tipici individuati nelle autobiografie delle attrici che definiscono il campo della divagrafia, ma anche gli scarti che evidenziano l’originalità e la marca inconfondibile dello stile di Sapienza.

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(20 aprile 2022)

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